Chi sono i Picnic, la rock band russa dell’attentato a Mosca
C’è un prima e un dopo nella storia, lunga quarantasei anni, dei Picnic, la rock band russa che ieri sera era attesa alla Crocus Music Hall di Mosca, prima che un commando di uomini armati, in tenuta mimetica, facesse irruzione nella sala da concerti aprendo il fuoco senza pietà sugli spettatori (l’Isis ha rivendicato l’attentato, che inevitabilmente ricorda quello del 2015 al concerto degli Eagles of Death Metal al Bataclan di Parigi, e il bilancio parla di oltre 80 morti e 145 feriti, tra cui alcuni bambini). È il 1984 e il gruppo, fondato sei anni prima, ha già pubblicato due album, “Dym” e “Tanetz Volka”. Le posizioni politiche anti-sistema di Edmund Shklyarsky e soci rendono la band invisa alla Komsomolskaya Pravda, il quotidiano russo che funge come organo ufficiale del Komsomol, l’organizzazione giovanile del Partito Comunista dell’Unione Sovietica: il giornale comincia ad attaccare ripetutamente sulle sue colonne la rock band, il cui nome finisce dritto nell’elenco dei gruppi a cui è vietato mettere piedi negli studi di registrazione dell’Unione Sovietica. I Picnic non si lasciarono certo fermare: “Da quando esistono i Picnic sono cambiati sette leader. Abbiamo iniziato sotto Breznev. Ciò dimostra che la politica cambia, il gruppo resta. Nessuno si ricorderà chi era il primo ministro venti o trent’anni fa, mentre i Picnic saranno ricordati”, dirà Shklyarsky, molti anni dopo, a proposito del rapporto della band con il potere.
Definiti “i patriarchi del rock di San Pietroburgo”, i Picnic cominciarono a fare musica negli scantinati di Leningrado - nel 1978 c’era ancora la guerra fredda e Mosca era la capitale dell’Urss - lasciandosi ispirare da gruppi come i Led Zeppelin e i Jethro Tull. Il nome della band è un omaggio al romanzo fantascientifico “Roadside Picnic”, scritto nel 1971 da Arkady e Boris Strugatsky. Non un caso: la fantascienza è stata sempre centrale nei testi, criptici e affascinanti, delle canzoni dei Picnic, che hanno cantato di temi come l’antico Egitto, i vampiri, il misticismo. I personaggi delle loro canzoni, però, hanno spesso rappresentato allegorie. Come il clown di “Ruthless clown”, contenuta nell’album “Pevets Dekadansa”, in inglese “The Chanter of Decadence” del 2012: affrontavano in realtà il tema dell’impoverimento spirituale, del degrado culturale e del declino dei valori morali della Russia.
Nel 2016 suonarono in Crimea e per questo finirono nella lista nera di Kiev. Continuarono imperterriti ad esibirsi a Sebastopoli: “Ce ne freghiamo delle sanzioni”. Parlando della storia del gruppo, Shklyarsky - unico membro della formazione originale a far ancora parte della band, oggi composta insieme al percussionista Leonid Kirnos, al bassista Marat Korchemny e al tastierista Stanislav Skhlyarskiy - ricorda: “Nel 1978 nessuno investì su di noi. Siamo stati fortunati. Se iniziassimo adesso, sarebbe difficile senza soldi e senza pubbliche relazioni. Le vendite dei dischi? Per noi l’unico punto di riferimento è il pubblico in sala. La vera vita della band sono i concerti dal vivo. Tutti gli altri indicatori virtuali non riflettono la realtà”.
Ad aspettarli sugli spalti della Crocus Music Hall di Mosca, ieri, c’erano 6.200 fan, di tutte le età, anche giovanissimi: lo show aveva fatto registrare il sold out. Subito dopo l’attentato hanno dichiarato: “Noi stessi non sappiamo cosa sia successo. A quanto pare è avvenuta una tragedia. Tutto è successo prima ancora che il concerto iniziasse. Abbiamo sentito degli scoppi, poi ci siamo resi conto che il Crocus era in fiamme”. Questa mattina la band ha condiviso sui suoi canali social ufficiali l’immagine di una candela per omaggiare le vittime della tragedia: “L’intero entourage dei Picnic porge le più sentite condoglianze alle famiglie e agli amici dei defunti. Preghiamo per la pronta guarigione dei feriti. Siamo profondamente scioccati da questa terribile tragedia e piangiamo con voi”.