Rockol30

I successi di Sanremo vivono anche oltre la loro chiave pop

Con “Sanremo è...” il duo Moriconi/Zamuner propone otto hit del Festival in una brillante veste jazz
I successi di Sanremo vivono anche oltre la loro chiave pop

Le canzoni di Sanremo restano nella memoria nella loro forma originaria, nella versione che nel tempo ci ha tramandato l’esibizione al Festival. È mai possibile dare una nuova vita, un nuovo abito a questi brani? A immaginarli in un diverso mondo sonoro e stilistico, che non sia il pop da cui arrivano? Ascoltando il disco “Sanremo è...” (in uscita il 2 febbraio su etichetta PDU) la risposta è: sì, si può fare!

Prendete un bassista/contrabbassista di provenienza jazz che ha all’attivo una quarantina di dischi solo con Mina (poi tanti altri con molti artisti tra cui Antonella Ruggiero), prendete una giovane cantante jazz, aggiungete un quartetto d’archi e un gruppo di grandi jazzisti e dategli “in pasto” il repertorio del Festival di Sanremo. Quello che ci verrà restituito è un risultato convincente, di grande freschezza e di libertà interpretativa.

Questo hanno fatto Massimo Moriconi ed Emilia Zamuner, coppia artistica che da qualche anno si esibisce in duo basso/contrabbasso e voce, che per l’occasione rileggono in uno stile jazz otto brani che nel tempo hanno partecipato al Festival di Sanremo, canzoni come: “Grazie dei fiori” (Nilla Pizzi, vincitrice dell’edizione 1951), “Il clarinetto” (Renzo Arbore, 1986), “Luce (Tramonti a nord est)” (Elisa, vincitrice nel 2001), “Soldi” (Mahmood, vincitore nel 2019), “Nessuno mi può giudicare” (Caterina Caselli, 1966), “Oggi sono io” (Alex Britti, vincitore edizione Giovani del 1999), “Piove” (Domenico Modugno, vincitore 1959) e “La paranza” (Daniele Silvestri, 2007).

https://images.rockol.it/T0wMXEsFQ1EinwLmqqaB20HnSqo=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/moriconi-zamuner-copertina-sanremo-e.2024-01-30-22-27-08.jpeg

Abbiamo parlato con Massimo Moriconi di questo “Sanremo è...” e del progetto con Emilia Zamuner.

Da dove arriva l’idea di “Sanremo è...”?
Tra le cose che ha fatto Emilia c’è stato un lavoro con un quartetto d’archi di cui mi colpì particolarmente l’arrangiamento e che mi sarebbe piaciuto portare nel nostro mondo, quello del duo. Siccome siamo italiani la prima cosa a cui ho pensato è stata Sanremo e così abbiamo scelto queste otto canzoni diverse tra loro, anche nel tempo. Le cose belle non invecchiano, si storicizzano.

E come mai queste otto?
Non c’è un motivo principale. Avevamo fatto una lista di 50 canzoni e poi in collaborazione con l’arrangiatore Vittorio Pasquale siamo andati per esclusione sino ad arrivare a questa scaletta. Sono pezzi che ti prendono, che ti danno la mano. Abbiamo in ogni caso, in ogni scelta, sempre “rispettato” il brano, conservandone le caratteristiche essenziali. Comunque potremmo fare un totale di 10 volumi, il materiale non mancherebbe di certo. Ci piacerebbe anche fare le colonne sonore che hanno vinto gli Oscar, ma quelle spesso sono strumentali.

Come avete lavorato sugli arrangiamenti?
Vittorio Pasquale
ha fatto la struttura portante, poi ognuno di noi, inclusi gli ospiti, ci ha messo del suo, con l’idea di non farci fermare da quei fili spinati che ogni tanto i musicisti jazz mettono tra loro e altri mondi musicali. É nato tutto suonando, anche con quel senso di improvvisazione che deriva dal jazz e siamo contenti di quello che è uscito. Non è solo jazz, ma una contaminazione tra la canzone e il jazz, che è una musica che si evolve sempre. Potremmo definire il risultato un mix tra pop, jazz e canzone.

In queste versioni si percepisce un senso di divertimento. È così?
Sì. Il divertimento è la cosa più seria del mondo e fare i musicisti è un privilegio perché ogni volta torni bambino; è un lavoro che è pure un gioco. Io ed Emilia ci divertiamo e per questo escono cose belle. Personalmente sono felice se quando suono vedo la gente che si diverte, che non vuol dire che ride, ma capisci, percepisci che sta bene, che si sente serena. In questi casi posso dire di aver raggiunto uno scopo. Penso poi che la semplicità sia un obbiettivo, non una mancanza di contenuti ma un modo per far arrivare tutto a tutti. Il pop è una brutta bestia: è facile da riprodurre ma difficile da inventare. In questo Sting e McCartney sono geniali perché hanno trovato soluzioni immediate ed essenziali nella semplicità, ma bisogna saperle trovare. Il pop è pensare semplice, è avere la capacità di fare un pranzo di nozze con pochi elementi. Il problema non è solo tecnico, a volte è più difficile fare le cose semplici affrontandole in maniera corretta, senza troppa arroganza.

Mi sembra che in queste versioni il testo assuma una grande chiarezza, tenda ad avere un maggior rilievo.
Esattamente. Questo è dovuto al modo in cui Emilia canta dal punto di vista tecnico e alla sua grande capacità interpretativa. Trovo che questa cosa si senta forte in “La paranza” che si scopre un testo bellissimo, come tutta la canzone.

Guardi Sanremo? Cosa pensi delle ultime edizioni del festival?
Lo guardo e l’ho sempre fatto, magari in compagnia di qualche collega, e mi piace farlo. Si è spostato su delle partecipazioni con milioni di visualizzazioni, schiacciato sulle esigenze delle radio e ora di altri sistemi. Ci sono delle cose belle, però appena entra l’autotune mi sento male. Per cantare e suonare bisogna studiare e applicarsi, non devi essere intonato grazie a uno strumento. La tecnologia va bene, benissimo, ma esagera quando permette tutto e ti concede anche di essere altro.

Come nasce il progetto con Emilia Zamuner?
Da 15 anni sono nella giuria e nella sezione ritmica della manifestazione dedicata a Massimo Urbani (sassofonista jazz scomparso nel 1993). Da questa manifestazione nel tempo sono passati i più importanti jazzisti italiani e le promesse. Mai un cantante, sino a quando non è arrivata Emilia, aveva vinto il premio. Emilia cantò una ballad e vinse a mani basse. Da lì nacque l’esigenza di suonare insieme e 8 anni fa è iniziata questa collaborazione in una formula che funziona, anche se non è facile.

Che repertorio fate?
Molto vario: “Da Vengo anch’io” a “Summertime”, da Caruso al Quartetto Cetra e anche qualche brano originale. Emilia d’altronde può fare di tutto, con la voce improvvisa, a volte sembra una tromba e ogni volta dal vivo rende i brani sempre differenti.

I vostri “competitor” sono i Musica Nuda di Spinetti e Magoni!
Sono degli amici e li stimo tanto, siamo simili, ma facciamo una cosa differente e loro lo fanno da più tempo. Io uso anche il basso elettrico, Ferruccio solo il contrabbasso e Petra canta in maniera differente da Emilia.

“Sanremo è…” Crediti:

Emilia Zamuner: voce
Massimo Moriconi: contrabbasso, basso elettrico 

Arrangiamenti: Vittorio Pasquale

Archi: Sea Quartet
Riccardo Zamuner: primo violino 
Alberto Marano: secondo violino 
Vincenzo Meriani: Viola 
Raffaele Rigliari: violoncello 

Ospiti
Danilo Rea: pianoforte in “Luce” 
Gabriele Mirabassi: Clarinetto in “Il clarinetto” 
Stefano di Battista: sassofono in “Grazie dei fiori” 
Ellade Bandini: batteria in “La paranza” 
Daniele Sepe: sassofono in “Soldi”
Renzo Ruggieri: fisarmonica in “Piove” 
Vittorio Pasquale: chitarra in “Oggi sono io” 
Massimo Moriconi: basso elettrico in “Nessuno mi può giudicare”

La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.