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Xavi fa musica per vecchi, ma batte Bad Bunny

La storia del 19enne cantante che ha battuto il record della superstar latina: il 2024 è il suo anno
Xavi fa musica per vecchi, ma batte Bad Bunny

Come nome d’arte ha scelto lo stesso di un ex calciatore, uno dei centrocampisti più tecnici della sua generazione, oggi allenatore del Barcellona, club con il quale tra il 1998 e il 2015 - se si esclude la gavetta nelle giovanili dei blaugrana - ha totalizzato la bellezza di 505 presenze e segnato 58 reti. Quando Xavier Hernández i Creus sollevava la sua prima coppa con la maglia del Barça, Joshua Xavier Gutierrez non era neppure nato. Quando l’ex numero 6 della squadra catalana nel 2006 vinceva insieme a Ronaldinho, Eto’o, Deco e Puyol la sua prima Champions League, il cantante americano - ma di origini messicane - aveva appena un anno. Oggi di anni Xavi ne ha 19 ed è (già) considerato il nuovo principino della musica latina. Pazienza che la coroncina gliel’abbiano messa in testa precocemente: nella sua scalata al successo, il cantautore classe 2005 partito da una cameretta di una casa di Phoenix (in Arizona) alla conquista delle classifiche ha bruciato le tappe. La sua ultima hit “La diabla” gli ha permesso in questi giorni di battere addirittura un record di Bad Bunny: con undici giornate al primo posto della Daily Top Songs Global di Spotify, la classifica diffusa dalla piattaforma relativa ai brani più ascoltati quotidianamente a livello mondiale, di cui sette consecutivi, Xavi ha stabilito un nuovo primato rispetto a quello precedentemente detenuto dalla superstar portoricana con “Monaco”. “Non posso crederci. Non me l’aspettavo e sono davvero grato a tutti coloro che hanno supportato la mia musica”, ha commentato lui.

Dalla cantera - è così che nel mondo del calcio si indicano i vivai dei club, dove crescono le star del futuro - Xavi si è ritrovato subito catapultato nel massimo campionato del pop mondiale. È cominciato tutto con i primi pezzi autoprodotti caricati in rete, da “Vete ya” a “Amigos con derecho”: era il 2020 e Joshua aveva appena 15 anni. Un bambino. Ma con una voce da cavallo di razza della musica sudamericana, che sembra uscire fuori da un vecchia radio d’epoca. Quello stile, che definisce come “tumbado romantico” non l’ha mai rinnegato: ne ha fatto la sua cifra stilistica. Oggi che di anni ne ha 19, nei video indossa giubbotti e occhiali da sole da trapper boro, poi però inizia a cantare e spiazza: fa musica legatissima alle sue radici, tradizionale e rassicurante. Per vecchi? Piano con le definizioni.

Da indipendente ha conquistato l’attenzione dei talent scout della Interscope Records, che l’hanno prontamente messo sotto contratto e confezionato adeguatamente la sua proposta, costruendo il divo che oggi conta 5,4 milioni di follower su TikTok (dove le sue clip contano 33,5 milioni di likes): è da lì che è partita la sua scalata con il tormentone “La víctima”, lo scorso anno. Il brano, uscito ad agosto, oggi conta 228,3 milioni di streams complessivi su Spotify, mentre il videoclip ufficiale su YouTube ha totalizzato 150 milioni di visualizzazioni: la canzone è dedicata a una ex che lo tradì, salvo poi provare a tornare da lui, “ma ormai non posso più, perché sono dappertutto”. Ha rincarato la dose con “La diabla”: uscita a novembre, la canzone ha già totalizzato 214 milioni di riproduzioni su Spotify a livello mondiale. “Sei un demonio, guarda come balli / sei una cattiva ragazza, si vede”, si diverte nel ritornello della canzone.

La fanbase è in continua espansione. Su Spotify nell’ultimo mese lo hanno ascoltato 28,3 milioni di utenti a livello mondiale. Su YouTube le sue clip hanno totalizzato complessivamente 710 milioni di visualizzazioni. Dietro al suo successo c’è anche un po’ di mitomania. Sul palco racconta spesso che non è lui a cantare, “ma Dio attraverso di me”. Un elemento che lo accomuna a Inigo Quintero, che è esploso negli scorsi mesi con la sua “Si no estás”, che i media spagnoli hanno interpretato come una dedica a Dio. “Vedermi tra gli artisti e le canzoni che sono in top 10 mi fa sentire molto onorato. Sono grato ai miei collaboratori e a tutti i fan che mi supportano”, dice lui. Anche se ha le spalle strette, il ragazzo si farà: e chissà che in questo 2024 non punti direttamente alla Champions del pop mondiale.

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