La favola di Coco Jones, dal dimenticatoio ai Grammy
Dalle serie Disney che la fecero conoscere al mondo intero quando era solo una bambina alle cinque nomination ai prossimi Grammy Awards. Passando per il dimenticatoio e accuse pesantissime mosse nei confronti del colosso dell’entertainment. La sua rivincia, al di là di come andrà il prossimo 4 febbraio, quando alla Crypto Arena di Los Angeles saranno consegnati gli “Oscar della musica”, Coco Jones se l’è già presa. Ha in tasca un contratto con la Def Jam, la leggendaria etichetta d’ispirazione urban fondata da Rick Rubin e Russell Simmons. Ha un disco, “What I didn’t tell you” (letteralmente, “Ciò che non ti ho detto” - quasi a rappresentare il senso della sua emancipazione dagli esordi da bimba prodigio), che l’ha consacrata come nuova stellina della scena r&b statunitense. E ha dalla sua parte icone come Janet Jackson, che sui social si è detta sua fan.
Gli ultimi tre anni hano rivoluzionato la vita della 25enne cantautrice di Nashville, figlia del giocatore di football americano Mike Jones. È cominciato tutto nel 2020, quando stanca di leggere sui social frasi del tipo “ma che fine ha fatto Coco Jones?” l’ex stellina di serie e film prodotti dalla Disney come “So random!”, “Buona fortuna Charlie” e “Let it shine” si è decisa a pubblicare sul suo canale YouTube un video in cui raccontava cos’era successo dopo il boom degli esordi: nella clip, accusava la Disney di averle promesso sia una serie tv da protagonista che la realizzazione di un album di debutto. Progetti che non si sarebbero mai concretizzati. Coco Jones ha definito la sua vicenda personale “un esempio di discriminazione per le persone nere nell’industria dello spettacolo”: “La maggior parte delle volte le donne nere talentuose vengono in un certo senso trascurate. Il mio messaggio è: anche se ti ci vorrà più tempo per arrivare dove meriti di essere, ci arriverai comunque”, ha detto a People, facendo della sua vicenda una storia capace, chissà, di ispirare altre a battersi come lei.
All’album d’esordio “What I didn’t tell you”, 11 tracce che da gennaio ad oggi hanno totalizzato su Spotify oltre 60 milioni di streams complessivi, Coco ha lavorato insieme a pluripremiati produttori del circuito urban e r&b statunitense come Eric Hudson (un punto di riferimento della scena, già al fianco di Whitney Houston, Chris Brown, Ne-Yp, Leona Lewis, Dr. Dre) e Needlz (Ludacris, 50 Cent, Bruno Mars, Cardi B), solo per citarne un paio, cercando di rendere contemporaneo il suono dei dischi più iconici di dive come Mariah Carey, Beyoncé e Mary J. Blige - omaggiati anche nella copertina, molto primi Anni Duemila - che ascoltava da bambina sognando un giorno di essere come loro. Dei suoi attuali discografici dice: “Non cercano di cambiarmi, mi aiutano solo a crescere. Dal punto di vista creativo mi sento davvero supportata: sento di poter essere chiunque io voglia essere”.
Ai Grammy, oltre a portarsi a casa il premio come Miglior artista esordiente (ma dovrà vedersela con Ice Spice, Gracie Abrams e Victoria Monét, tra le altre), potrebbe fare il pieno di premi nelle categorie relative all’R&B: è in lizza come Miglior performance R&B per “ICU”, come Miglior album R&B per “What I didn’t tell you”, come Miglior canzone R&B per “ICU” e come Miglior performance R&B tradizionale con “Simple”, insieme a Babyface. E ora la Disney per “risarcirla” sarebbe intenzionata ad affidarle il ruolo della principessa Tiana nel remake in live action de “La principessa e il ranocchio”: lei sui social sfoggia già il costume, anche se l’ufficialità non è ancora arrivata.