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DallAmeriCaruso: tre miti in un film, per un trionfo assicurato

Torna oggi al cinema il film che ha già portato 35.000 spettatori in sala. E venerdì l'album.
DallAmeriCaruso: tre miti in un film, per un trionfo assicurato

Lucio Dalla. Enrico Caruso. L’America. Tre miti che esercitano sulla cultura pop italiana un fascino notevole riuniti in un’unica parola: DallAmeriCaruso. Si intitola così il film di Walter Veltroni, che è anche un disco dal vivo pubblicato da Sony Music, che racconta un periodo magico della carriera del compianto cantautore bolognese che lo vide intrecciare la sua storia con quello del popolarissimo tenore e con gli Stati Uniti. Il docu-film, contenente anche le immagini di un leggendario concerto di Dalla al Village Gate di New York del 1986, che si credevano perdute, torna solo oggi al cinema, dopo lo straordinario successo che la scorsa settimana per tre giorni consecutivi, lunedì 20, martedì 21 e mercoledì 22 novembre, lo ha visto portare in sala oltre 35 mila spettatori. L’elenco delle sale e i biglietti sono disponibili qui.

La storia è appassionante. Siamo nell’estate del 1986. Lucio Dalla è appena tornato in Italia dopo un viaggio negli Stati Uniti che lo ha visto girare l’America del nord, partendo dal Canada, in compagnia dei suoi musicisti, tutti in viaggio su quello che la combriccola aveva ribattezzato il “Bus Springsteen”. “L’America era per noi la nostra Mecca. Eravamo una band italiana che dimostrò che la musica italiana non era solo spaghetti e mandolino. Oggi a Lucio direi che era più americano degli americani: un musicisti che più di tutti impersonificava l’emblema del musicista americano, capace di mischiare tradizione e novità”, racconta Gaetano Curreri, membro della band che accompagnò Dalla in quell’esperienza. Sul bus si suonava, si giocava a carte, si guardavano i film di Ridley Scott, per stemperare la tensione dell’esibizione che il cantautore bolognese avrebbe dovuto tenere di lì a poco sul palco del Village Gate, il tempio del jazz internazionale di New York: “Lucio era intimorito dal pubblico americano: non sapeva cosa aspettarsi”, ricorda Ricky Portera. Il concerto sarà un successo e ne viene tratto un album live destinato a intitolarsi “Dall’America”. Le cose, però vanno diversamente rispetto a quanto previsto da Lucio. I discografici chiedono a Dalla di trovare un inedito che possa fare da traino alle vendite del disco. Ma l’inedito non c’è. Arriverà in maniera del tutto casuale. E magica.

In quella calda estate del 1986 Dalla decide di prendere un po’ di amici, tra questi anche Angela Baraldi, e di andare a trascorrere qualche giorno in Costiera Amalfitana. Sta attraversando il golfo di Sorrento con la sua barca, ribattezzata Catarro, quando all’improvviso il mezzo si rompe al largo della costa di Sorrento. In panne, l’imbarcazione viene rimorchiata a riva. Dalla e Angela Baraldi non sanno dove appoggiarsi, però. Trovano una stanza all’Hotel Excelsior. L’unica libera: quella dove nel 1921 aveva soggiornato Enrico Caruso. Secondo la leggenda raccontata a Dalla dall’allora barista dell’albergo, Angelo Leonelli, il grande tenore, malato e alla fine della sua vita, in quell’hotel di Sorrento si era innamorato di una giovane cui insegnava musica. Nella stanza c’è ancora il pianoforte suonato da Caruso. Ed è proprio in quella camera che fece da palcoscenico di quell’amore staziante (vero o leggendario che fosse), che il “naufrago” Lucio Dalla compone un brano capace di tenere insieme la sua fantasia pop e la migliore melodia della tradizione napoletana e italiana: “Caruso”.

Walter Veltroni nel suo film ha riportato Angela Baraldi nella camera della magia a distanza di quasi quarant’anni (trentasette, per la precisione). Baraldi si commuove, nel rivivere gli istanti in cui da spettatrice assistette alla genesi del brano: “Mi sembra ancora di vederlo, Lucio. Seduto al piano, di spalle. Ricordo le sue mani che si muovevano sulla tastiera”, racconta la cantante. Nel film il pubblico trova gli oggetti e i pensieri di quei giorni. “Io credo che tutto sia scritto prima. Che ognuno di noi abbia il proprio destino. Anche le canzoni: hanno destini uguali a quelli che hanno gli uomini”: Lucio Dalla rispondeva così a chi gli domandava da quale magico allineamento dei pianeti e delle stelle fosse nata una delle sue canzoni più celebri, se non la più celebre in assoluto. “Caruso” nel 1986 permise al cantautore di vendere qualcosa come 9 milioni di copie in tutto il mondo, vedendo poi una sua canzone diventare un classico cantato negli anni successivi da Céline Dion, Michael Bolton, Julio Iglesias, Andrea Bocelli e anche Luciano Pavarotti. “Per tre giorni sentii raccontare la storia del tenore, innamorato della sua giovane allieva di canto e di come, in punto di morte, gli fosse tornata una voce così potente che anche i pescatori di lampara l’udirono e tornarono nel porto per ascoltarla. ‘Caruso’ è nata così - diceva della canzone, che prese vita in pochi minuti - se non mi si rompeva la barca tra Sorrento e Capri e se non chiamavo un amico a trainare la mia barca… E se questo mio amico non fosse stato proprietario albergo dove Caruso morì… E se non mi avesse dato la stanza di Caruso… E se non avessi fatto tre note sul piano di Caruso… E se il barista della scogliera non mi avesse raccontato della storia di Caruso innamorato di questa ragazza giovane… Ecco, io credo che anche le canzoni abbiano destini uguali a quelli che hanno gli uomini”.

Ma oltre all’incanto dell’affascinante storia di “Caruso”, in “DallAmeriCaruso” c’è altro. Il docu-film di Walter Veltroni porta sul grande schermo in 4K le riprese integrali del concerto al Village Gate di New York del 1986 di Dalla, la cui regia fu curata da Ambrogio Lo Giudice, andate quasi interamente perdute, ora ritrovate, restaurate e rimasterizzate in Dolby Atmos. Un film da ascoltare e da cantare, insomma, che racconta il viaggio americano, per lui un punto d’arrivo e al tempo stesso l’occasione per una nuova ripartenza che lo porterà a scrivere uno dei suoi più grandi capolavori. E venerdì uscirà anche in formato fisico, doppio cd, doppio vinile nero, lp in versione colorata (in esclusiva per il Sony Music Store) e in Dolby Atmos, anche il disco dal vivo - già pubblicato in digitale - “DallAmeriCaruso - Live at Village Gate, New York 23/03/1986”. Le versioni fisiche contengono anche tre testi scritti da Walter Veltroni, Ambrogio Lo Giudice e Lorenzo Cazzaniga. La versione Dolby Atmos contiene anche la stessa “Caruso”.

Questa la tracklist dell’album:
DISCO 1 – “Viaggi organizzati”, “L’ultima luna”, “Anna e Marco”, “Tutta la vita”, “Se io fossi un angelo”, “Cara” e “Washington”.
DISCO 2 – “La sera dei miracoli”, “Balla balla ballerino”, “Tango”, “Chiedi chi erano i Beatles”, “Futura”, “Stella di mare”, “L’anno che verrà” e “4/3/1943”.

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