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Drusilla Foer: le canzoni hanno un valore narrativo

Esce “Dru,” l’esordio discografico dell’attrice en travesti che ha conquistato il pubblico
Drusilla Foer: le canzoni hanno un valore narrativo

Dopo tanto teatro arriva per Drusilla Foer il momento di misurarsi con le canzoni e chiuderle in un disco dal titolo “Dru”, un progetto in cui interpreta brani che prestigiosi autori hanno scritto per lei.

L’amore per la musica

Lei è un personaggio che ne contiene tanti altri. “Sono stata fotografa, pittrice, attrice, e ora anche cantante. La musica - spiega - è il mio grande amore e ne ho il massimo rispetto. È anche l’occasione per uscire da un personaggio un po’ da figurina tratteggiata, spostarmi dall’immagine della nobile signora fiorentina, che non sono, allontanandomi da uno stereotipo e archetipo.” Così dice Drusilla Foer (il personaggio en travesti di Gianluca Gori) seduta emozionata su uno sgabello sul palco del Blue Note di Milano dopo uno showcase di presentazione alla stampa del disco. Confessa che è anche la prima volta che si esibisce dal vivo in veste di cantante. Ad aiutarla in questo approccio alla musica ha avuto accanto a sé un produttore e compositore di gran classe: il veterano Franco Godi.

Drusilla non firma. Gli autori e la perla di Luttazzi.

Le tredici tracce sono firmate da illustri autori, tra gli altri: Mogol, Pino Donaggio, Giovanni Caccamo, Mariella Nava, un ritrovato Francesco Tricarico, Fabio Illacqua, Pacifico e Ditonellapiaga. Si aggiungono poi un piano registrato nel 2008 di Lelio Luttazzi e una poesia di Folco Maraini (il padre di Dacia), che gioca con le parole (nello stile del suo famoso “Lonfo”).

Solo un brano porta la firma di Gianluca Gori (insieme a Franco Godi). “Per Drusilla - dice - la scrittura è impossibile, è un mondo in cui è difficile entrare e io ho molto timore nello scrivere, è una verifica di me che temo.”

Poco amore nelle canzoni, tanto nella vita

Pur partendo da un grande amore, quello verso la musica, il disco ha solo tre canzoni d’amore, sentimento con cui ha un rapporto che spiega così: “Sono un soggettino fortunato in amore, ho amato molto e sono stato amato. Però non ho mai vissuto l’innamoramento, mi sono trovato innamorato senza accorgermene. Le farfalle - prosegue Drusilla - le digerisco, una persona la amo senza la fase dell’innamoramento. In passato ho dato con rapporti importanti, ora - conclude - vediamo.”

Il pregiudizio? No!

Viste le poche canzoni d’amore in questo “Dru” la Foer affronta temi diversi. In “Tanatosi” (firmata Fabio Illacqua) si parla di violenza sulle donne, in “Piccola melodia” (Pacifico - Cosma) si parla di felicità. C’è il divertissment alla francese di “Moon in Champagne”. E poi c’è “Da questa parte” (firmata da Mariella Nava) in cui affronta il pregiudizio. Alla domanda se sente di essere stata oggetto di pregiudizio dice: “Non è stato il mio problema più grande o forse la mia sordità emotiva mi ha impedito di ascoltarlo. Ne ho sofferto un po’ all’inizio, soprattutto in teatro per spiegare cosa facessi e soprattutto perché lo facevo. Poi la gente ha iniziato ad ascoltarmi, a prendermi sul serio e non a considerarmi un prodotto preconfezionato che aveva usato la scorciatoia del web per arrivare al pubblico.”

Il salotto arredato da Drusilla

In “Dru” Drusilla porta tutto il suo mondo, la filosofia di vita di questo personaggio che fa dello stile e della classe una (ironica) chiave di lettura della vita. Nella scrittura, negli arrangiamenti, nell’esecuzioni ci sono infatti una grande eleganza e un’ampia varietà stilistica. “Con Franco Godi abbiamo trovato la direzione del disco verso la metà delle registrazioni - spiega Drusilla -  Abbiamo iniziato a pensare come arredare il salotto e poi abbiamo trovato i diversi mobili adatti ad arredare l’ambiente come ci piaceva. Non volevamo occhieggiare alla modernità di linguaggio, non per snobismo ma per trovare un modo inedito e personale di interpretare. Abbiamo cercato la nostra chiave senza pensare a quanti ascolti potevamo fare. Con questa idea - conclude - abbiamo seguito un criterio di severità nella scelta dei brani e degli arrangiamenti.”

Asia Argento e Ditonellapiaga

Il disco si chiude con “Io ne voglio ancora” (firmato da Ditonellapiaga, dove appare anche Asia Argento. “È un pezzo elegantissimo fine anni ‘90 - spiega Drusilla - Margherita Carducci (il nome di Ditonellapiaga) è un’autrice eccezionale. Mi piaceva cantarlo con qualcuno che non fosse una cantante, un personaggio non tranquillizzante e tranquillizzato nella maturità. Asia è una persona sensibile, una donna con strappi interni e momenti difficili. Un personaggio ai margini, una che sta sulle palle, come me.”

A Sanremo solo se ho qualcosa da dire

Impossibile non parlare di Sanremo. "Sono stata su quel palco e tornarci a cantare sarebbe bellino - dice l’artista toscana - In quel festival ho fatto dei gran pipponi sull’unicità, ma dire quello che penso è stato bellissimo. Le ore a Sanremo sono state molto libere e vorrei tornarci con lo stesso tipo di convinzione. Se esiste una bella canzone potrei anche andarci. Quel palco - prosegue - è un luogo dove dire qualcosa d’importante. Ci vorrei andare con una canzone manifesto che in 3 o 4 minuti deve raccontare di te e del tuo pensiero. Quindi escludo canzoni d’amore. La musica è narrazione, una mia amica cantante diceva che più che cantare bene, bisogna pensare a quello che si dice perché le canzoni hanno un valore narrativo.”

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