Il fiume della musica di Fabrizio Paterlini

Suoni come acqua: Fabrizio Paterlini ha trasformato il lo scorrere del fiume in un panorama sonoro, in un "Riverscape", come nel titolo del suo nuovo album (Memory Records/ Believe). Un panorama che conosce bene e che ha tradotto in una raccolta di brani fatta di piano, archi ed elettronica: abita a poca distanza dal Po, dove passa spesso le estati e il tempo con la sua famiglia. Tuttavia, il nuovo lavoro del pianista nasce da lontano:"Una decina di anni fa una fotografa olandese, Kristel Schneider, mi mandò un suo libro sugli alberi 'Variation in trees', ispirato dalla mia musica. Durante la pandemia mi ha contattato proponendo di fare qualcosa assieme, ma da zero. Lei avrebbe fotografato il fiume Allier, dalle parti di Lione, io avrei composto una immaginaria colonna sonora. La cosa che appunto non sapeva è la mia famigliarità con questi panorami", racconta a Rockol.
"Il fiume è un ambiente affascinante: rappresenta la quantità di vita e la memoria: componendo questa musica mi sono a messo pensare quello che poteva essere il Po anche centinaia di anni fa, chi ha vissuto grazie a queste acque, chi ci ha perso la vita, chi lo ha attraversato. Mi piace anche il panorama, i colori che cambiano con le stagioni, l’acqua calma solo apparentemente".
Una concept album senza parole, quindi: "Pur arrivando dal rock io sono uno di quelli che i testi non li ascolta. Amo molto il prog e mi perdevo per ore in suite musicali di Dream Theater, Genesis o Yes", racconta Paterlini. "Mi è più naturale semplice comunicare con le musiche che con i testi. Vado a pennellare delle emozioni e delle immagini con la musica"
La paletta sonora di questo album è un po' diversa dal passato: c'è sempre il pianoforte, ma è quasi un comprimario: ci sono solo tre brani di piano solo. "Il fiume è un ambiente complesso da raccontare con uno strumento solo", spiega Paterlini." L’elettronica rappresenta l’elemento ritmico dello scorrere delle acque, il ripetersi dai pattern del fiume che sbatte su rocce e alberi. il piano è l’essenza, gli archi sono i profumi, le visioni delle distese, la vegetazione, quello che c’è attorno".
Il disco arriva a due anni da "Lifeblood" e dagli ep pubblicati nel 2022 legati al tema dell'Aria, Acqua, Terra e Fuoco ("Abitando in campagna, vivo tra gli elementi"). Nonostante il suono sia un po' diverso dai lavori precedenti, questo album ha un formato più tradizionale e, oltre alla presentazione milanese di ieri sera al Mare Culturale Urbano (di cui presto vi faremo vedere degli estratti), verrà lanciato contemporaneamente in diversi paesi del momdo. Paterlini è infatti un artista da due milioni e mezzo di stream al mese su Spotify, con ascoltatori in tutto il mondo. Il suo brano più ascoltato, "Rue des trois frères" viaggia oltre i 55 milioni di stream.
Intanto c'è un video "psichedelico" per "Be in the moment", realizzato con l'intelligenza artificiale: "Ci ho lavorato un artista milanese Eugenio Ormas, che mi ha proposto un video di arte generativa, che funziona in maniera non dissimile dalla musica generativa: imposti strumento virtuale, fai un accordo, stabilisci i range e lui produce ogni volta un’esecuzione unica. Nel caso del video le immagini si producono a partire dalla musica, sincronizzandosi ad essa. È un video psichedelico, io amo il periodo sydbarrettiano dei pink floyd, mi è piaciuto fare un riferimento a quel modo, soprattutto per un concept album come questo"
L'intelligenza artificiale sostituirà l'artista, soprattutto nella musica strumentale e senza voce? "Ho già sentito brani improbabili con voci riprodotte in maniera pazzesca: credo che anche questo elemento verrà travolto dall’AI, ma la componente umana rimarrà fondamentale. Potrà essere più semplice produrre un certo tipo di musica, ma si vorrà sentire cosa ha dire l’artista, e lì non ci sarà Intelligenza artificiale che tenga"