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Le band sono tutt'altro che "finite"

Blur, Muse, Depeche Mode, Red Hot, Coldplay: l'estate italiana 2023, per numeri, incorona i gruppi.
Le band sono tutt'altro che "finite"
Credits: Luca Marenda

Ci sono alcuni slogan nel mondo della musica che, a suon di essere ripetuti compulsivamente quasi come un ronzante vocio che aleggia tra pubblico e addetti ai lavori, sembrano quasi diventino reali. Uno di questi, per diverso tempo, e senza una conclamata aderenza alla realtà, è stato: “le band sono finite”, “hanno fatto il loro tempo” o altre sentenze di questo calibro. Su Rockol, in più occasioni, vi abbiamo raccontato come nella scena musicale del Regno Unito, da diversi anni, ci sia un movimento audace e in fermento, che per comodità viene inserito sotto l’etichetta “post punk”, ma che in realtà è molto più complesso, variegato e non così unito come si pensa, che rimette al centro il concetto di band, inteso come progetto per fare musica “tutti insieme”, quindi con un forte aspetto comunitario, quasi politico: Idles, Fontaines D.C., Murder Capital, Squid, Black Midi, Black Country, New Road, Shame, Dry Cleaning, Yard Act, Just Mustard e tante altre. Ma se la storia di questa ondata non dovesse bastare a mettere in crisi l’assioma, sbagliato, che “l’idea di gruppo” sia ormai al capolinea, ci pensa l’estate italiana dei live a restituire una fotografia di come le band stiano vivendo un periodo d’oro, addirittura superiore al passato. Sono i numeri dei biglietti staccati, in primis, a certificarlo. Qui tutte le nostre recensioni ai concerti

Fra gli ultimi a esibirsi nel nostro Paese ci sono stati gli Imagine Dragons che al Circo Massimo, in una notte di mezza estate atipica, hanno radunato 70mila persone. Quasi 15mila in più della prima mondiale di Travis Scott, anche lui dal vivo al Circo Massimo con il suo nuovo disco “Utopia”, che però si era già esibito davanti a 80mila fedelissimi a Milano un mese prima. Quella degli Imagine Dragons è stata l’unica data italiana per il 2023 del “Mercury World tour” che nell’ultimo anno e mezzo ha visto la band statunitense esibirsi davanti a più di 1,5 milioni di fan in tutto il mondo e di incassare oltre 60 milioni di dollari. Il 2023 è stato quello anche del grande ritorno dei Blur che, dopo aver radunato 180mila persone in una doppia data celebrativa a Wembley, sono sbarcati anche in Italia, al Lucca Summer Festival, davanti a 35mila fan. Non male per una formazione che non pubblicava un disco da otto anni. I nostri Maneskin, dritti per la loro strada, hanno inanellato cinque sold out negli stadi (data zero allo Stadio Rocco Nereo di Trieste, due all’Olimpico e due a San Siro) con 250mila biglietti venduti. I Negramaro hanno appena festeggiato vent’anni di carriera a Lecce, con decine di migliaia di presenti sotto il palco.

A sventolare il tricolore più in alto di tutti sono stati i Pinguini Tattici Nucleari: un tour da undici date tra stadi e arene con oltre 500mila biglietti staccati. I ragazzi bergamaschi hanno sempre sottolineato l’importanza di “essere un gruppo di amici” dentro un mercato musicale che talvolta sembra preferire, perché più facilmente vendibile, l’artista singolo, il personaggio. Anche l’effetto nostalgia non svanisce in questo pazzo 2023: i Pooh, a San Siro, hanno calamitato 50mila inossidabili. Un po’ come gli intramontabili e tamarri Guns N’ Roses: un carrozzone da 45mila spettatori al Circo Massimo di Roma. Muse di Matt Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard, questa estate con due concerti negli stadi italiani, uno a Roma e uno a Milano, per un totale di 100mila paganti, si sono dimostrati una delle poche rock band capaci di mettere in piedi concerti pensati come veri e propri show, esagerati, sfarzosi e stravaganti. Gli Arctic Monkeys continuano a essere rilevanti: i 65mila presenti agli I-Days di Milano (nello stesso giorno a pochi passi c'erano 35mila corna a cielo a salutare il ritorno in Italia degli Iron Maidene i 34mila di Roma, due date per presentare l’ultimo album “The car”, sono stati un altro trionfo per la band nata a inizio degli anni 2000.

Depeche Mode, orfani di Andrew Fletcher, e i Coldplay sono andati talmente bene in questo passaggio 2023 in Italia che hanno già annunciato nuove date nel 2024, questo per fare capire l’impatto che hanno avuto nel nostro Paese. Solo i Coldplay hanno già superato i 240mila biglietti venduti per le quattro date del 12, 13, 15 e 16 luglio 2024 a Roma, tutte sold out, a San Siro quest’anno ne hanno radunati 224mila. Qualcuno dovrebbe chiedere scusa anche ai Red Hot Chili Peppers, dati per bolliti o artisticamente morti a causa di diverse performance di Anthony Kiedis in questi anni non sempre all’altezza, e invece ancora capaci di proporre concerti dall’altissimo livello emotivo e tecnico come poche altre band storiche al mondo. Una resurrezione: 65mila persone agli I-Days di questa estate, 60mila al Firenze Rocks del 2022, per un totale di oltre 120mila biglietti in un anno, anche grazie al ritorno di John Frusciante. I-Days di Milano, tra l’altro, inaugurati dai 30mila corpi danzanti accorsi per i Florence + The Machine. Questi sono alcuni esempi, non tutti, che dimostrano come le band siano tutt'altro che "finite", ma oggi risultino fra le principali, se non forse “la” principale, fonte di guadagno dell’industria della musica dal vivo del nostro Paese. 

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