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Naska: “La cosa più punk che abbia mai fatto? Dire no ad Amici”

Il cantautore si racconta nel backstage del Rock in Roma, prima del suo show: la videointervista.
Naska: “La cosa più punk che abbia mai fatto? Dire no ad Amici”

Ironia, rock’n’roll, sensualità, provocazione e romanticismo: ieri sera è stata la notte di Naska al Rock in Roma 2023. Il cantautore marchigiano ha portato sul palco del festival dell’Ippodromo delle Capannelle il suo mondo e il suo immaginario, facendo scatenare la folla sulle note dei brani dei suoi album “Rebel” e “La mia stanza”, con i quali ha ripescato le sue influenze adolescenziali omaggiando il pop punk di gruppi come i Sum41, i Blink 182 e i Green Day. “Sarà un’estate tutta in giro per l’Italia e sono contento di questo: meglio in giro che a casa”, aveva raccontato Naska a Rockol poco prima di salire sul palco, nel backstage del Rock in Roma.

Il “Summer tour 2023” è appena partito e vedrà Diego Caterbetti, questo il vero nome del 25enne cantautore marchigiano, esibirsi dal vivo sui palchi dei festival dello stivale fino a settembre inoltrato, ripercorrendo live la strada che in una manciata di mesi lo ha portato ad attirare su di sé l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori con quel suo modo divertente e ironico, ma anche molto credibile, di far rivivere il sound di una scena oggi considerata culto: “Le major? Mi hanno cercato, ma hanno trovato la porta chiusa. Da indipendente sto bene, insieme alla mia squadra. Nessuno ci dice cosa dobbiamo o non dobbiamo fare: lo decidiamo noi”, ha raccontato Naska nella videointervista con Rockol. Rivelando poi di aver detto no alla tv: “Ho rifiutato un contratto per fare una cosa che non volevo fare: Amici. Lì mi sarei snaturato e avrei snaturato anche la mia musica. Forse è stata la cosa più punk che io abbia mai fatto. Per i cinque anni successivi, come canto anche in ‘Punkabbestia’, mi sono rimboccato le maniche e dormito sui divani a casa di amici”.



A proposito del revival del punk rock, il cantautore ha osservato: “Non so come spiegarmelo. Io parlo per me: non sentivo mia la musica che c’era. Volevo fare qualcosa che non ci fosse nel panorama italiano. Era il genere che ascoltavo. Ho detto: ‘Lo rifaccio mio e lo rifaccio io’. L’ho rifatto a modo mio. Ho sempre ascoltato questa roba sin da quando ero bambino, sono cresciuto con Mtv e quei dischi lì. Ho preso un amico che sapeva suonare la chitarra, il basso e la batteria, siamo andati in studio e abbiamo cominciato a scrivere. Mi sento parte di qualcosa che sta rinascendo. Non so se sarà parte di una nuova scena. Me lo auguro. Vedo in giro che un sacco di ragazzi si stanno riapprocciando a questo genere. Magari i ragazzini di oggi non si rispecchiano nella trap. Ci sono anche insicuri più emo, che si rispecchiano di più nel punk”.

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