Il giorno che cambiò la vita di Alanis Morissette

Esistono alcuni album che vanno annoverati sotto la dicitura 'casi discografici', ovvero avvenimenti discograficamente straordinari. "Jagged little pill", il terzo album della musicista canadese Alanis Morissette pubblicato il 13 giugno 1995 è uno di questi. Un disco che ha segnato gli anni Novanta: sia se lo si vuole leggere seguendo la logica dei freddi numeri (33 milioni di copie vendute), o quella delle canzoni ("You oughta know", "You learn", "All I really want" e "Ironic") oppure ancora per il fenomeno culturale che generò al tempo della sua uscita. Dieci anni dopo il suo boom, Alanis ripropose l'album in versione acustica, "Jagged Little Pill Acoustic". Ed è proponendo la recensione di questo secondo 'Jagged little pill' che festeggiamo i suoi 28 anni.
Cominciamo col dire che giudicare troppo auto-indulgente e celebrativo questo disco sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, perché il bollino appiccicato sul jewel box che accompagna il Cd recante la scritta "Commemorative edition" già parla da solo. Nessuna pretesa di offrire qualcosa di più, ma solo la volontà di celebrare "Jagged little pill", disco che dieci anni orsono divenne un vero e proprio caso discografico, proiettando Alanis Morissette, ragazzina canadese abbastanza sporca e cattiva, nell'olimpo delle star.
Toltoci questo pensiero, veniamo al disco, tralasciando i filmati e i contenuti extra. La tracklist è identica all'originale: "All i really want" e "You oughta know" ad aprire le danze, "You learn" e "Ironic" rispettivamente in settima e decima posizione e "Wake up" a chiudere il tutto. Più che "unplugged", quindi, che auto-remake acustico in studio: idea interessante e tutto sommato poco battuta, che - attuata su un disco dalla composizione ampiamente "collaudata" come questo - avrebbe potuto fornire risultati sorprendenti.
L'uso del condizionale è d'obbligo, però, perché - di fatto - questo "Jagged little pill acoustic" poco aggiunge alla pure sfavillante carriera dell'artista canadese. Chiariamoci: formalmente, le interpretazioni di questo "Jagged little pill reloaded" non hanno nulla da eccepire. Tecnicamente impeccabili, dai suoni puri e cristallini e dalle dinamiche perfette. Peccato manchi totalmente lo spirito reinterpretativo che avrebbe potuto davvero dare una nuova veste ai brani, qui eseguiti alla perfezione ma con troppo rispetto per gli originali.
Viene spontaneo chiedersi a chi possa interessare questo disco, considerando il fatto che l'originale - in ambito “adult-pop” contemporaneo - sia ormai considerato un classico: sicuramente ai fan della canadese, che potranno apprezzare le finezze della sua band, o ai fan completisti, che saranno sicuramente attirati dai contenuti extra offerti dall'edizione commemorativa, ma difficilmente al fan generico o all'appassionato alla ricerca di curiosità. Peccato, davvero, perché un po' di coraggio in più (e un po' di "rispetto" in meno) avrebbero saputo dare nuova linfa ad un disco che, piaccia o meno, ha segnato una tappa importante nel pop anni Novanta.