Il disco del giorno: Giuliano Carmignola, "Concerto veneziano"

Giuliano Carmignola, "Concerto Veneziano" (Cd Archiv 002894745172)
Il gusto tutto italiano della Stravaganza, delle sorprese strumentali, del procedere capricciosamente in balia dell’estro compositivo attraverso uno stile dominato da un totale e trascendentale virtuosismo strumentale è tipico della scuola barocca veneziana, di cui questo stupendo disco fornisce diversi esempi composti da Vivaldi, Tartini e Locatelli; non tutti i compositori presenti nell’album sono nati a Venezia (Locatelli, ad esempio, era bergamasco e studiò a Roma) ma si rifanno completamente allo stile che imperava nella città lagunare nel XVII secolo.
Vivacità di andamento, estremo sviluppo del ruolo concertante negli strumenti, arditezze armoniche sono solo alcune delle caratteristiche che percorrono l’opera di Antonio Vivaldi, e sono puntualmente confermate dai due concerti per violino, archi e continuo che aprono il disco, affidati al più grande violinista barocco contemporaneo, Giuliano Carmignola (qui benissimo assecondato dalla Venice Baroque Orchestra diretta da Andrea Marcon). Il primo di essi, detto "A due cori in Si bemolle maggiore", prevede la divisione dell’orchestra in due sezioni permettendo all’autore di differenziare ancora di più i piani dinamici e i colori (l’abilità di strumentatore che Vivaldi possedeva suprema è materia tuttora non esplorata a fondo dalla musicologia) che accompagnano il solista, come sempre impegnato in difficilissime evoluzioni sul proprio strumento, ma a cui Vivaldi fornisce anche mirabili occasioni di cantabilità, come nel tema dell’ "Andante in forma di Ciaccona". Non meno bello il "Concerto in Mi minore" che segue, ricco di cromatismi inaspettati e linee melodiche di perenne freschezza che fanno ancora una volta svettare il genio vivaldiano sopra tutti i propri contemporanei.
Pur senza raggiungere queste altezze compositive, i concerti di Tartini e Locatelli sono bellissimi, ispirati in ogni movimento, ed è interessante poter comparare il diverso approccio che questi compositori avevano nei confronti della forma-concerto. Se in Vivaldi la teatralità è data per scontata, negli altri due autori troviamo un maggior pudore nell’esposizione tematica e una capacità di elaborazione formale che guarda verso il futuro, senza mai perdere di vista il gusto per le linee di assoluta cantabilità e la robustezza contrappuntistica tipiche di questo stile musicale.
Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.
Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.
