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I Gorillaz, "Cracker Island" e la California

Damon Albarn racconta, punto per punto, l'album appena uscito
I Gorillaz, "Cracker Island" e la California

All'album numero 8 possiamo serenamente confermare che i Gorillaz non sono più né una band virtuale, né un side-project di Damon Albarn. In 25 anni di caarrier hanno creato uno stile unico: "Cracker Island" come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione, ne è l'ennesima comferma unisce  il luna park funk e aperto tipico del progetto con canzoni più raccolte che sembrano uscite dal canzoniere solista di Albarn. Un disco vario e complesso che arriva tra un disco solista e la prossima reunion dei Blur (solo dal vivo, per ora).

Pubblichiamo, in esclusiva per l'italia, questa intervista promozionale a Damon Albarn, che racconta l'origine californiana del disco, le collaborazioni, il futuro del gruppo.

Damon Albarn e l’alternanza tra i vari progetti

"Per essere onesti: ho finito questo disco a marzo dello scorso anno, ma a causa della folle attesa per la produzione di vinili ho dovuto aspettare fino ad ora: la dimensione fisica è una parte fondamentale di ciò che facciamo. I fan raccolgono religiosamente tutto ciò che fa Jamie hewlett, quindi è davvero importante. 
Quindi questo è il motivo per cui non c'è stato nulla per un po’: ho anche altre cose in attesa di essere pubblicate, ma non posso ancora pubblicarle. Non vorrei che le persone pensassero che la mia produzione fosse diminuita".

Come "Cracker Island" è nato in California

"L'album è iniziato in un periodo in cui andavo a Los Angeles più spesso perché stavamo cercando di elaborare un progetto per Netflix che per inciso non si è mai materializzato. 
C'erano molte riunioni tra una riunione e l'altra, dovevo tenermi occupato: ho pensato: farò un po' di musica mentre sono qui.

Sono sempre stato molto resistente a tutto ciò che è californiano, poi improvvisamente sono entrato in questo studio dove vive Greg Kurstin e sono andato subito d'accordo con lui. Una fantastica raccolta di sintetizzatori, uno studio brillantemente allestito: abbiamo iniziato a fare musica molto velocemente. Abbiamo iniziato in poco meno di una settimana e non è stata una settimana piena, ma 3 sessioni di 3 giorni. Ci siamo trovati così bene, è stato molto facile fare musica così velocemente ed è stato così che è iniziato l'intero processo.

Quando andavo in California ere per suonare, ma non ho mai socializzato lì, rimanevo solo nel mio hotel. Non guidavo, quindi non esploravo. In isolamento ho imparato di nuovo a guidare: quando sono tornato a Los Angeles ho potuto essere indipendente e improvvisamente ho avuto un atteggiamento completamente diverso. Ho visitato zone di cui avevo solo sentito parlare, sono andato nel deserto. Era come se un velo fosse stato sollevato e l'ho visto sotto una luce diversa e ho pensato che la cosa buona di questo posto è che ci sono molte persone creative qui, quindi è bello. Mi sto divertendo!"

La connessione tra ‘Cracker Island’,  "Plastic Beach" e le isole

"Sicuramente su "Cracker Island" ci potrebbe essere una plastic beach… Penso che le isole  siano qualcosa a cui torno sempre, penso che siano un posto incantevole. Da Jonathan Swift... sai che sono ossessionato dalla follia umana.
Non so quale sia la mia isola… Il Regno Unito è un'isola che sembra non voler più conoscere nessun altro, il che è molto deprimente. L'Islanda è un'isola molto più lungimirante. Quindi penso che probabilmente sceglierei l'Islanda tra le due isole. Per questo disco ho abitato un'isola più classica, l’isola di Tormenta, dove ho incontrato Bad Bunny".

I Gorillaz, Bad Benny e la latin music

"Non è vero che non la frequentiamo: nel nostro primo disco abbiamo inciso una canzone con Ibrahim Ferrer, quindi penso che all'inizio ci piacesse. Ibrahim Ferrer e Bad Bunny non mi sembrano una cattiva rappresentazione. Amo il Sud America. Amo la cultura latina. Ho anche scelto di passare il Natale lì con i miei genitori anziani e non in spiaggia, in città, a Città del Messico. Il che è piuttosto impegnativo quando hai due genitori di 80 anni. Mia figlia parla correntemente lo spagnolo, le è sempre piaciuta, quindi è lei che mi educa a quella zona".

Le collaborazioni con Kevin Parker (Tame Impala) e Stevie Nicks

"Questa è la cosa fantastica dei Gorillaz: è una chiesa molto ampia e l'unica cosa di cui hai bisogno per entrare in questo spazio è un cuore aperto e la volontà di fidarti del processo e vedere dove porta.
Riguardo a Stevie Nicks, l’universalità delle canzoni dei Fleetwood Mac è così straordinaria. Sono diventati onnipresenti ed è fantasticio mi piacerebbe imparare a fare come loro. Anche il fatto che quella band avesse una democrazia nella scrittura delle canzoni. Christine McVie? Che cantautrice. Fucking Hell!. Sorprendente. E “Rumors”’? Se vuoi fare un disco perfetto, è da studiare".

La scomparsa di Terry Hall

"Purtroppo Christine McVie è morta alla fine dello scorso anno. E anche Terry Hall: una cosa molto triste. Non lo vedevo da alcuni anni e non avrei mai pensato che non l'avrei mai più rivisto, è stato davvero tragico. Ma l’eredità degli  Specials è enorme: erano probabilmente nella mia top 3 delle influenze più importanti, ai tempi. Ma non fatemi fare una lista: io sono molto contrario alle liste, ma lui è decisamente lassù".

25 anni di Gorillaz e il futuro

Ho dedicato la mia vita a fare musica, quindi finché avrò la forza d'animo e ragionevole salute continuerò nella mia ricerca. Non so se riuscirò a scrivere un’altra “Clint Eastwood": suppongo che l'unico modo in cui puoi scrivere una canzone del genere sia non pensarci troppo

Cosa succede adesso?  Beh, in un futuro lontano ho un progetto che coinvolge Goethe. Sicuramente verrò in Europa ed è più nel mondo operistico che in quello pop, in cui di i tanto in tanto entro provando a distruggerlo. Ovviamente ci sono molte altre cose ma apparentemente non posso parlarne al momento.

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