'Joy Division forever', si legge sugli schermi dietro i New Order
Peter Woodhead è nato il 13 febbraio 1956. Potrebbe essere un inglese 67enne qualunque se non che con il nome d'arte Peter Hook è stato il promotore di due importanti avventure musicali. La prima, leggendaria, a nome Joy Division, conclusasi dopo soli tre anni per il suicidio del cantante Ian Curtis. La seconda, nata dalle ceneri dell'esperienza precedente, chiamata New Order che ha lasciato nel 2010 per fondare i Peter Hook and the Light.
Per festeggiare il compleanno di Peter Hook vi proponiamo la lettura della recensione della ristampa di "Low-Life", il terzo album dei New Order pubblicato nel 1985, che è uscita poco meno di un mese fa.
"Joy Division forever", si legge sugli schermi alle spalle dei New Order, alla fine dei concerti, mentre la band esegue "Love will tear us apart". Con la band da cui sono nati e con il compianto Ian Curtis, i New Order hanno sempre avuto una forte continuità. Ma c’è stato un momento, nella prima fase della carriera, in cui presero le distanze da quella storia e scrissero un'elegia per elaborare il lutto della perdita di Ian Curtis.
Nel 1983 i New Order diventano delle star: pubblicano “Blue Monday”, una lunga canzone elettronica influenzata dalla disco music, che diventa una hit. La canzone non è sul secondo disco, “Power corruption and lies”, ma diventerà il 12” più venduto della storia.
Due anni dopo arriva “Low-Life”, il terzo album della band: quello della definitiva fusione tra rock ed elettronica, lasciandosi alle spalle i Joy Division. L’album viene ristampato in una “definitive edition”: una serie di nuove ristampe della discografia, che arrivano dopo quelle di una quindicina di anni fa, e che per ora ha visto ritornare l’esordio “Movement” e “Power, corruption and lies”. Ora tocca appunto a “Low-Life”. I New Order hanno inciso diversi capolavori, nella loro carriera e “Low life” è uno di questi: un album con diverse anime, in cui il gruppo si lasciò andare, uscendo da alcuni schemi “oscuri” che avevano ereditato dai Joy Division.
A partire dalla copertina, in cui appaiono ritratti dei 4 membri (sulla facciata principale c’è Stephen Morris, gli altri sono all’interno): sempre opera di Peter Saville, ma un bel salto rispetto alla grafica esoterica dei dischi precedenti. E contiene un singolo, anzi due - in precedenza venivano sempre pubblicati separatamente, per evitare di essere troppo “commerciali” (tanto che “Blue Monday”, a grande richiesta, venne incluso in alcune versioni in cassetta e CD del disco precedente). “Low-life” così venne anticipato da “The perfect kiss”, pensata per questo scopo: una delle grandi canzoni del canone della band, con batteria elettronica, synth, l’inconfondibile basso melodico. Poi arrivò “Sub culture”, ancora più estrema nella dimensione elettronica, che richiamava direttamente “Blue monday”.
Ci sono ancora echi post-punk, come “Sunrise”, ma c’è anche “Elegia”, uno strumentale darkettone ispirato a Morricone e scritto per Ian Curtis. Come tutte le serie “definitive”, “Low-life” viene pubblicato in diversi formati, al cui centro c’è un cofanetto da 5 supporti: un LP (180 grammi), 2CD, 2DVD, più un libro con materiale raro e inedito e un nuovo design di copertina. Ad essere interessante è soprattutto il secondo CD, che ha 14 brani di cui 13 inediti. Escono anche diversi 12”, con le versioni extended uscite al tempo.
L’unico non inedito è la versione completa da 17 minuti di “Elegia”: già inclusa in un box sulla Factory Records e poi nella ristampa del 2008, è stata lungo tempo uno dei sacri graal dei fan della band e il suo ritorno è stra-giustificato, anche perché recentemente è comparsa in “Stranger Things” e “The Crown”, oltre a decine di altre “sincronizzazioni”.
Per il resto la band ha scavato negli archivi: come ha raccontato recentemente Peter Hook, “Man mano che diventavamo più ricchi, potevamo spendere di più per i nastri in sala di incisione. Ai tempi di ‘Blue monday” riutilizzavamo i nastri reincidendoci sopra, ma, con questi LP ci sono un sacco di versioni. “Low-Life”, questo è stato il primo in cui abbiamo registrato molte cose. Così ecco demo e versioni alternative dei brani, che raccontano come l’identità della band stesse mutando sempre più, grazie ai nuovi synth in studio, grazie al successo di “Blue monday” (basta sentire la prima versione strumentale di “Sub culture”…) I due DVD includono una performance inedita al The Manhattan Club in Belgio e materiale fotografico dalla Rotterdam Arena (Rotterdam, Olanda), l’International Centre (Toronto, Canada) e il live filmato dalla BBC al Whistle Test all’Hacienda nel 1985. La versione definitiva di “Low-life” è la sintesi perfetta del “suono-New Order” e di come venne costruito in studio, trovando un equilibrio tra elettronica e post-punk che ha influenzato le successive generazioni di musicisti.