Rockol30

All’inferno si ascolta “Umbrella” di Rihanna?

Secondo quello che sostiene un sacerdote, raccontando un'esperienza di pre-morte, sì.
All’inferno si ascolta “Umbrella” di Rihanna?

La storia è una di quelle che piacciono tanto ai tabloid britannici e infatti il primo a scriverne, non a caso, è stato il Daily Mirror, nel Regno Unito. Lo scorso 24 dicembre il tabloid ha pubblicato un lungo articolo dando spazio ai surreali racconti di un sacerdote del Michigan, padre Gerald Johnson, affidati da quest’ultimo a una serie di video pubblicati su TikTok nei quali il prelato sosteneva di essere finito per qualche minuto all’inferno nel bel mezzo di un’esperienza di pre-morte dopo aver avuto un infarto e descriveva tutto ciò che aveva visto nell’oltretomba, compreso un gruppo di demoni che torturava i dannati facendogli ascoltare canzoni come “Umbrella” di Rihanna e “Don’t worry be happy” di Bobby McFerrin. Dichiarazioni troppo bizzarre per non essere riprese ovunque nel mondo e finire tra le tendenze sui social (uno dei video ha ottenuto addirittura 3,7 milioni di visualizzazioni su TikTok).

L’esperienza di premorte di padre Gerald Johnson risalirebbe al 2016: “Ero lì e ho vissuto cose che non augurerei di vivere nemmeno al mio peggior nemico: nessuno lo meriterebbe – racconta il prelato – il mio spirito ha lasciato il mio corpo fisico e ho pensato che stessi salendo verso il paradiso. Pensavo di aver fatto del bene durante la mia vita e aiutato tante persone, ma ciò nonostante sono stato mandato all’inferno. Sono entrato nel centro stesso della Terra. Le cose che ho visto lì sono indescrivibili”. Le immagini descritte dal sacerdote sono oltremodo dantesche: “C’era un uomo che camminava a quattro zampe come un cane mentre bruciava dalla testa ai piedi, con gli occhi fuori dalle orbite e catene al collo. Era come un segugio infernale, con un demone che teneva le catene”.

La parte più divertente è quella che riguarda la sezione dell’inferno dedicata alla musica (sì, secondo i racconti del prelato c’è una sezione degli inferi dedicata esclusivamente alla musica). Padre Johnson racconta di aver ascoltato nell’oltretomba canzoni come “Umbrella” di Rihanna e “Don’t worry be happy” di Bobby McFerrin. E fin qui tutto bene (forse per chi ha altri gusti musicali, è un buon modo per seguire la retta via del Signore in questa vita ed evitare di visitare la “città dolente” di cui parlava Dante), se non fosse per il fatto che a cantare le canzoni - ma perché proprio quelle? - non sono naturalmente gli artisti originali, ma demoni che usano le parole dei brani per torturare i dannati: “Ogni singola parola delle canzoni viene utilizzata per torturarti per il fatto di non aver adorato Dio attraverso la musica mentre eri sulla Terra”, ha fatto sapere il prelato, senza però spiegare ai suoi follower quale sia il modo per adorare Dio attraverso la musica in questa esistenza evitando così di essere torturati all’inferno con la hit della popstar delle Barbados.

In compenso, padre Johnson ha spiegato come ha fatto a fuggire dall’inferno e a tornare sulla Terra: “Dio mi ha parlato. Mi ha detto: ‘Eri segretamente arrabbiato con le persone che ti hanno fatto del male e speravi che io le punissi’. Anche se ho fatto del bene, la cosa che avevo nel cuore era la mancanza di perdono per le persone che mi avevano fatto dei torti”. Infine, la morale: “Un uomo che non può perdonare è un uomo che ha dimenticato di essere stato perdonato. Questa è la mia esperienza dall’inferno: è un posto completamente reale”.

La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.