John Lennon quando beveva faceva uscire il suo lato peggiore

L'ex assistente personale di John Lennon, l'oggi 83enne Dan Richter, ha rilasciato una intervista al quotidiano britannico Daily Telegraph in cui ha ricordato di come si stupì per la facilità con cui l'ex Beatle si sbarazzò della sua dipendenza dall'eroina.
Richter visse e lavorò insieme a Lennon e alla moglie Yoko Ono dal 1969 al 1973, nel corso dell'intervista, tra le altre cose, ha spiegato che tra le sue mansioni c'era anche quella di rifornire i due artisti di droga di prima classe perché non voleva che se la procurassero per strada esponendosi ad acquisti pericolosi e all'uso di 'roba' di pessima qualità. “Non volevo che la usassero. Ma, prima di tutto, non volevo che usassero l'eroina presa in strada, uccidendosi. Esisteva il mito secondo cui le droghe erano la chiave per la creatività. La gente pensava che Billie Holiday e Charlie Parker fossero grandi artisti per merito della droga. Io non lo credo.”
John e Yoko avevano iniziato a usare l'eroina dopo l'aborto spontaneo patito nel novembre del 1968 e continuarono a usarla per aiutarsi anche nel 1969. Dan Richter forniva loro la droga durante le sedute di registrazione dell'album “Abbey Road” (leggi qui la recensione) dei Beatles che venne pubblicato nel settembre 1969.
Richter ai taccuini del Telegraph ha dichiarato inoltre di avere davvero ammirato la rapidità con cui John e Yoko smisero di usare la droga alla fine degli anni '60, pur ammettendo che Lennon continuò a fumare erba. John, tra l'altro, smise di bere alcol perché ciò portava a galla il suo lato peggiore. Il collaboratore di John lo ha rivelato in un episodio del podcast 'The Great British Scandal' intitolato 'The Ballad of John and Yoko': "Sebbene fumassero ancora erba, John provava a non bere. Era un bevitore violento, il suo lato peggiore veniva fuori quando beveva, quindi sorseggiavamo Coca-Cola insieme".
Dan Richter è anche convinto che la mancanza di cura per la sicurezza di John Lennon lo abbia portato fino alla morte, che giunse per mano di Mark David Chapman l'8 dicembre 1980. L'ex assistente del musicista inglese ha spiegato che non avrebbe mai dovuto usare la porta d'ingresso del condominio di New York dove risiedeva e davanti alla quale venne assassinato. “Quella porta era un punto pericoloso. Poteva riconoscerlo ed evitarlo. Esisteva una porta laterale che avrebbe potuto usare.”