Venditti e De Gregori, nemiciamici
“Partirono in due ed erano abbastanza / un pianoforte, una chitarra e molta fantasia”, cantava Antonello Venditti nel 1978 in “Bomba o non bomba” ricordando le avventure on the road di una manciata di anni prima condivise insieme all’amico non più amico Francesco De Gregori. Quando Cicalone – così lo chiamavano, per via di quell’incessante parlantina, gli amici in quello scantinato che era il leggendario Folkstudio di via Garibaldi a Trastevere, dove tutto cominciò tra puzza di muffa e pareti insonorizzate con sacchi di iuta – spedì nei negozi “Sotto il segno dei pesci”, l’album della sua consacrazione, la sua strada e quella del Principe si erano separate già da tempo. E l’astio, se mai c’è stato, aveva già lasciato spazio al rammarico. Nella canzone che sul lato a del disco del ’78 precedeva “Bomba o non bomba” Venditti si rivolgeva a cuore aperto a De Gregori, chiamandolo per nome, come il titolo del brano: “Francesco”. Un dissing al rovescio, lo definiremmo oggi, nell’era delle frecciatine che si scambiano i rapper nei loro pezzi: “Scusa Francesco, mi hanno ingannato / mi hanno portato via i ricordi / come se il tempo fosse uno schiavo / e noi due aquiloni strappati / che non volano più”.
È proprio con “Bomba o non bomba” che Antonello e Francesco hanno deciso di aprire i concerti del loro tour, cinquant’anni dopo l’uscita di “Theorius Campus”, l’album del ‘72 che incisero insieme per la It di Vincenzo Micocci, ex direttore artistico della Rca di via Tiburtina che ebbe l’intuizione di raccogliere sotto uno stesso tetto quel gruppetto di giovani ribelli che minacciavano di rivoluzionare la canzone italiana (alcuni hanno avuto una carriera lunga, come Rosalino Cellamare, in arte Ron; altri sarebbero stati ingannati dal destino, come Rino Gaetano). Che riparte questa sera da Roma, a poco più di quattro mesi dall’evento dello scorso giugno allo Stadio Olimpico di Roma, in versione teatrale. “Francesco”, invece, non c’è tra i brani della scaletta: “È una canzone superata dalla storia. L’importante è essere qui insieme”, spiegava Venditti quest’estate prima di risalire finalmente sul palco insieme all’amico che nell’immaginario collettivo, tra voci e pettegolezzi, diventò suo rivale, nei tanti, troppi anni che precedettero l’epocale duetto dal vivo del 2018 all’Arena di Verona per festeggiare il quarantennale dello stesso “Sotto il segno dei pesci”. Non c’è neppure “Piano bar”, ritratto cinico di De Gregori dietro al quale nel 1974, l’anno di “Rimmel”, in molti vollero vedere proprio Venditti (“Solo un pianista di piano bar / che suonerà finché lo vuoi sentire / non ti deluderà”): “È un falso mito, quello che ‘Piano bar’ fosse dedicata ad Antonello. L’ho smentita più volte, questa storia. E la smentisco ancora. Ne girano tante, di storie. Come quella secondo la quale avrei dedicato ‘Buonanotte fiorellino’ a una moglie morta in un incidente aereo. Fesserie”, la versione di De Gregori. Avvalorata da alcune date. “Rimmel” uscì nel gennaio del 1975, quindi il Principe scrisse le canzoni – compresa “Piano bar” – nei mesi precedenti. Eppure solamente pochi mesi prima dell’uscita del disco, il 2 settembre 1974, Venditti e De Gregori duettarono dal vivo sullo stesso palco, quello del Festival Nazionale dell’Unità di Bologna, sulle note di “Buonanotte fratello” del Principe: il disco dal vivo di quel concerto, al quale parteciparono anche Lucio Dalla e Maria Monti, uscì nel febbraio del 1975, un mese dopo “Rimmel”.
Una verità sul loro rapporto, che è una sintesi tra le loro affinità e le loro divergenze, Francesco De Gregori la racconta nella serie “Falegnami & filosofi”, uscita su Discovery+ e girata all’Atlantico di Roma durante le prove del tour congiunto: “Rappresentiamo qualcosa di importante per la storia della musica italiana. Siamo sempre stati sghembi. Antonello è stato più pop di me, nelle intenzioni e anche nei risultati. Io ho sempre viaggiato un po’ schiscio, come dicono a Milano. La miscela detonante che io sento che avviene quando cantiamo insieme sta proprio in questo”. Chissà se Venditti la pensa allo stesso modo lui che prima di conquistare le classifiche da vero hitmaker, perché per uno che ha scritto pezzi come “Notte prima degli esami”, “Amici mai”, “Che tesoro che sei”, “Ricordati di me”, “Ogni volta”, “Sara”, diventate inni intergenerazionali, non c’è definizione migliore di questa (“Che fantastica storia è la vita” è stata suonata dai Santi Francesi ai provini di “X Factor”, quest’anno), scrisse pezzi duri e crudi come “Sora Rosa”, “Mio padre ha un buco in gola” o “Lilly” (“Quattro buchi nella pelle…”, cantava nel ’75). E che anche nel campo del pop più spudorato avrebbe continuato a dire la sua sulla società italiana, e andatevi a riascoltare “In questo mondo di ladri”, “Dolce Enrico” (un goffo ma dolcissimo ritratto di Berlinguer), “Comunisti al sole”.
Sul palco Francesco e Antonello si muovono come antichi complici, uniti da un rapporto che è molto di più che una semplice amicizia: “Non è il concerto di due. Siamo due, è vero, ma è come se fossimo uno solo”, dice teneramente Cicalone. Ora ci possiamo mandare a quel paese senza intermediari, da amici. Ci possono essere alti e bassi: rimane la fratellanza”. In mezzo ai due, e ai loro musicisti, c’è una presenza che è allo stesso tempo un’assenza, e viceversa: quella di Lucio Dalla. Che ad un certo punto si ritrovò in mezzo all’ex duo, rappresentando anche motivo di gelosie. A ribattezzare De Gregori “il Principe”, per quella sua attitudine refrattaria, fu proprio Dalla, ai tempi di “Banana Republic”, il tour con il quale il cantautore romano scoprì gli stadi. Venditti non gradì l’operazione: “Mi sembrava che nel rapportarsi a Lucio, Francesco pendesse dalle sue labbra. Come cercasse una strada. Mi pareva eccessivo. De Gregori è un genio, ma non può essere soltanto un compagno di viaggio. Non segue la linea, ma eventualmente la dà. Deve e può prendersi la responsabilità della sua rotta”, avrebbe chiarito anni dopo, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano. Però Dalla aiutò anche lui, e nemmeno poco. Nell’’83 Venditti era un uomo distrutto, dopo il divorzio da Simona Izzo. Addirittura in preda a pensieri suicidi. Fu Dalla a salvarlo, trovandogli una casa a pochi passi dalla sua, a Trastevere, quartiere simbolo della romanità, dove Venditti vive ancora oggi. Antonello ha raccontato che quando si trasferì lì, la prima cosa che fece portare nell’appartamento fu un pianoforte. E su quel pianoforte scrisse tre canzoni che gli avrebbero cambiato la vita. “Grazie Roma”, diventata uno degli inni dei giallorossi. “Notte prima degli esami”. E “Ci vorrebbe un amico”, che oggi canta pensando proprio a Dalla. De Gregori cita invece il fischio di “Come è profondo il mare” in “Santa Lucia”. E insieme lo ricordano con “Canzone”, una delle sue ultime hit.
“La leva calcistica della classe ‘68”, “La storia”, “Generale”, “Che fantastica storia è la vita”, “Alice”, “Notte prima degli esami”, “Rimmel”, “Roma capoccia”, “Ricordati di me”: in due ore e passa di concerto Venditti e De Gregori, Antonello e Francesco, prendono saldamente in mano le redini di una trentina di canzoni scritte nell’arco di cinque decenni per scaraventale con pieno diritto nella scena di oggi. Un repertorio che prima forse era solo dell’uno o dell’altro. Ma che ora è roba di tutti e due: un bene comune dal valore inestimabile. Come se il tempo fosse un destino e loro due bersagli lontani che, adesso, non cadono più.
Le date del tour:
1 novembre - ROMA - Auditorium Parco della Musica
4 novembre - NAPOLI - Pala Partenope
7 novembre - CATANIA - Teatro Metropolitan
8 novembre - CATANIA - Teatro Metropolitan
12 novembre - BARI - Teatro Team
13 novembre - BARI - Teatro Team
18 novembre - ROMA - Auditorium Parco della Musica
21 novembre - MILANO - Teatro degli Arcimboldi
22 novembre - MILANO - Teatro degli Arcimboldi
26 novembre - FIRENZE - Teatro Verdi
27 novembre - FIRENZE - Teatro Verdi
3 dicembre - BRESCIA - Teatro Dis_Play
5 dicembre - MILANO - Teatro Degli Arcimboldi
7 dicembre - MILANO - Teatro Degli Arcimboldi
26 dicembre - ROMA - Auditorium Parco Della Musica
27 dicembre - ROMA - Auditorium Parco Della Musica
5 gennaio - MONTECATINI (PT) - Teatro Verdi
6 gennaio - MONTECATINI (PT) - Teatro Verdi
10 gennaio - BOLOGNA - EuropAuditorium
11 gennaio - BOLOGNA - EuropAuditorium
17 gennaio - TORINO - Teatro Colosseo
18 gennaio - TORINO - Teatro Colosseo
23 gennaio - MILANO - Teatro degli Arcimboldi
30 gennaio - BERGAMO - Teatro Creberg
31 gennaio - BERGAMO - Teatro Creberg
4 febbraio - BARI - Teatro Team
8 febbraio - CATANIA - Teatro Metropolitan
22 febbraio - FIRENZE - Teatro Verdi
27 febbraio - TORINO - Teatro Colosseo