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Paky: un ghetto boy a Sharm El Sheikh

Il nuovo singolo del rapper di Rozzano campiona la famosa “Jogi” di Panjabi MC.
Paky: un ghetto boy a Sharm El Sheikh

“Salvatore”, il suo primo album, uno dei migliori esordi nel rap italiano, è figlio di un lutto: il rapper di Rozzano l’ha dedicato a suo zio, scomparso prematuramente in un incidente stradale. Per lui era molto più di uno zio: un padre. Da sempre Paky, nel suo immaginario, sputa barre come fossero pezzi di vetro che mastica, da qui il suo modo ruvido, oscuro e graffiante di rappare: in certi frangenti, nei suoi testi, sembra manchi addirittura l’aria. Al centro delle canzoni ci sono storie di ragazzi persi, che spesso trovano nel crimine un rifugio, ma che nonostante gli schiaffi dell’esistenza non si piegano al destino di chi nasce con nulla in mano.

Nel segno di questa visione e di un racconto in cui non manca anche un aspetto crime più cinematografico, si colloca “Sharm El Sheikh”, un nuovo singolo che non lascia spazio a interpretazioni e che ha all’interno il sample del famoso brano “Jogi” di Panjabi MC. Paky mischia l’immaginario di strada con suoni esotici e vibranti, ma lo fa con un pezzo che non strizza l’occhio a sonorità più morbide e ammiccanti. Tutt’altro, la nuova canzone rimane rap al 100% e questo dimostra quanto l’originalità di Paky non si pieghi alle melodie, ma segua esattamente il processo inverso. Il rapper, nei panni di un ghetto boy, surfa sulla musica con le parole, le tronca, a volte non chiude le rime, come ha sempre fatto, senza rincorrere il sound, ma scolpendolo. Vola a Sharm El Sheikh, ma ai cocktail e alle sdraio tra il deserto della penisola del Sinai e il Mar Rosso, preferisce il racconto di una realtà torbida.

Non è un tormentone urban, ma un pezzo banger rap che non lascia respiro. “Non sono ancora in pace con me stesso e penso che non lo sarò mai. Mia madre mi dice spesso che chi vive in guerra fa prima a morire. Mi vorrebbe più calmo e sereno, e forse lo vorrei anch’io – ha scritto il rapper sui social - dopo il primo album sono cambiate molte cose e persone che avevo attorno. Per quelli come me la lealtà viene ancora prima del denaro. Ho capito che serviva allontanarmi un po’ da tutto e da tutti, perché solo restando soli diventa tutto più chiaro”.

“Salvatore” ha debuttato al primo posto rimanendo per dieci settimane nella top dieci della classifica italiana. Al suo interno ci sono pezzi come “Blauer”, “Auto tedesca”, “No Wallet” con Marracash, “Vita sbagliata”, “Star” con Shiva, “Comandamento” con Geolier e “Mi manchi”, che hanno tutti ottenuto certificazioni. Da novembre, con il “Salvatore Tour”, Paky partirà con un tour in diversi club italiani. La prima data sarà il 5 novembre a Torino, Teatro della Concordia. Sarà l’occasione per sentire dal vivo i brani che hanno fatto del rapper uno dei nomi più caldi dell’ultimo anno. È sold-out il live del 14 novembre alla Casa della Musica di Napoli, ma si è aggiunta anche una seconda data nella città partenopea prevista per il giorno seguente, martedì 15 novembre. Il capoluogo campano è una città a cui il rapper è molto legato: è nato a Secondigliano e cresciuto a Rozzano. Il suo nome d’arte è il diminutivo del termine lituano “pakartas”, che significa “impiccato” ed è la porta d’ingresso per un mondo in cui il duello con la vita è costante.

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