Condannare Kanye West è troppo facile

In questo momento condannare Kanye West o prendere le distanze dalle sue folli dichiarazioni è uno sport facile e scontato. Tutti possono giocare. Ma è davvero così utile e importante praticarlo in modo così estremo e reiterato? È utile alimentare la bolla mediatica di una persona palesemente malata e in difficoltà che passa con scioltezza da slogan suprematisti bianchi ad affermare che Tarantino gli ha rubato la sceneggiatura di “Django”? No, non fa ridere. È utile intervistarlo per quasi due ore, come ha fatto Piers Morgan, facendogli domande precise fino a farlo deragliare, un po’ come quando David Bowie definì Hitler una rockstar? Puntare il dito, lanciare raccolte firme e scrivere lunghi editoriali sulle controverse frasi del rapper di Atlanta, farlo intervenire su qualunque tema a casaccio pur di far schizzare audience e traffico web, il tutto sfruttando il suo disagio, non rende migliore chi lo fa.
Perché la domanda centrale è: una volta che si sono stigmatizzate, giustamente, le sue terribili frasi, che cosa c’è dopo? La risposta che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi, è: un grande e infinito circo. Un loop di spettacolarizzazione di una malattia, è di questo che stiamo parlando, che non porta a nulla. Anche nel piccolo bisognerebbe ragionare ed essere consapevoli dei propri gesti: condividere i suoi post deliranti con sorrisino sardonico, come se le malattie mentali fossero un grande scherzo, non è edificante. Ye è fragile e va curato: questo bisognerebbe urlare a gran voce, per il bene di un uomo, in primis, e poi di un artista che, non va dimenticato, ha cambiato i confini della musica rap (e non solo) come pochissimi altri nella storia. Anche chi gli sta intorno dovrebbe farsi un profondo esame di coscienza, invece di assecondarlo o di scaricarlo come un pacco postale nel momento più difficile della sua vita e della sua carriera: va aiutato prima che distrugga tutto quello che ha creato.
Approfondire l’universo della salute mentale e sottolineare, con empatia, l’importanza di un percorso di cura per una persona come West, sarebbe la strada giusta da percorrere, oltre a un bel messaggio. Forse è l’iter più difficile, sicuramente meno pirotecnico a livello mediatico, ma di certo più utile sul fronte dell’informazione e culturale. A leggere alcuni articoli sembra che in molti non si rendano conto del bipolarismo di Ye: la stessa persona che oggi provoca con le magliette “White Lives Matter”, appena due anni fa, come ha riportato ai tempi Variety, donò 2 milioni di dollari a enti di beneficenza associati ai nomi di Ahmaud Arbery, Breonna Taylor e George Floyd (tutti e tre afroamericani uccisi nel corso del 2020) e istituì un fondo universitario per coprire le tasse scolastiche per la figlia di Floyd, Gianna, che all’epoca aveva sei anni. Il tema della salute mentale degli artisti è delicato e forse sottovalutato: in Italia ne ha parlato a lungo Marracash, rompendo un tabù, ma ancora oggi viene affrontato, anche dai media, con superficialità.
Chi ama West, aveva già toccato il cuore della sua malattia, esponendosi e raccontando quali gravi implicazioni avrebbe potuto avere in futuro. Nel luglio del 2020, l’ex moglie Kim Kardashian, in una confessione fiume sui social, aveva spiegato il suo pesante disturbo: “Kanye ha un disturbo bipolare. Chiunque ne soffra o abbia vicino una persona affetta da questa malattia sa quanto possa essere complicato e doloroso da comprendere. Non ho mai parlato pubblicamente riguardo a come tutto ciò ci abbia influenzato perché sono molto protettiva nei confronti dei miei figli e rispetto il diritto di Kanye alla privacy quando si tratta della sua salute mentale. Oggi però, sento che sono in dovere di commentare la faccenda a causa dello stigma e dei pregiudizi riguardo tale disturbo della mente”.
Poi, dopo una lunga analisi, la conclusione, che dovrebbe far riflettere: “Noi come società parliamo di approfondire i problemi di salute mentale, per me dovremmo dare aiuto anche agli individui che ne soffrono, specialmente quando ne hanno evidente bisogno. Chiedo gentilmente ai media e all’opinione pubblica di avere la compassione e l’empatia che servono per poter superare questa situazione. Grazie a coloro che hanno espresso preoccupazione per la salute di Kanye e grazie per la comprensione”.