Il disco del giorno: Robbie Robertson, "Robbie Robertson"

Robbie Robertson
Robbie Robertson (Cd Geffen 924160-2)
Lo storico concerto "The Last Waltz", con cui nel 1978 i musicisti del gruppo The Band salutarono le scene radunando migliaia di persone all’interno del Winterland Theatre di San Francisco, immortalati dalla macchina da presa di Martin Scorsese, fu un evento eccezionale al quale era impossibile far seguire qualcosa di altrettanto grande.
Non meraviglia dunque il silenzio di nove anni in cui il leader e principale compositore del gruppo, Robbie Robertson, si rinchiuse prima di realizzare l’album che diede inizo alla propria carriera solista.
In tutto questo tempo Robertson non rimase certo con le mani in mano; scrisse colonne sonore, suonò la chitarra come ospite
in diversi dischi, soprattutto ascoltò bene i cambiamenti che si stavano verificando all’interno del mondo musicale.
Ricettivo a ogni stimolo musicale, Robertson era un compositore di eccezionale qualità, autore di brani entrati a buon diritto
nella storia della canzone americana. Il suo orecchio ora ascoltava le nuove sonorità che arrivavano dagli album di Peter Gabriel, U2, Daniel Lanois, e non è un caso che tutti costoro si ritrovino in questo album, rendendo omaggio a questo grande autore che dialoga con loro mantenendo intatta la sua personalità musicale.
Lanois tiene anche le redini della produzione e porta con sé straordinari musicisti come Manu Katchè, Larry Klein, Tony Levin, Ivan Neville, a cui si aggiungono anche le apparizioni di due vecchi compañeros, Garth Hudson e Rick Danko.
La stessa apertura dell’album, la bellissima "Fallen Angel", è dedicata alla memoria del tastierista della Band Richard Manuel, impiccatosi pochi mesi prima.
Robertson non dimentica le proprie radici ma si apre a sonorità meno legate al rock statunitense, come nel brano "Sweet Fire of love" composto ed eseguito assieme agli U2 o nell’andamento parlato di "Somewhere down the
Crazy River", punteggiato della batteria di Katchè in modo memorabile. I testi di Robertson sono come sempre ricchi di immagini evocative, quasi cinematografiche, dove gli uomini si muovono all’interno di paesaggi vasti, tra fiumi e luoghi non segnati sulle cartine. Allo stesso tempo egli conserva intatte tutte le proprie qualità di hitmaker in grado di sfornare brani di successo; i ritornelli di "Showdown at Big Sky" e "Broken Arrow" sono lì a dimostrarlo.
Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.
Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.
