Ballare sulle inquietudini della vita con Stromae, live a Milano

In un laboratorio ambientato su un pianeta desertico, dove la domotica e la tecnologia dominano gli ambienti, prende il via l’avventura che la sera del 20 luglio 2022 vede Stromae tornare finalmente in concerto a Milano. Il racconto della storia è affidato a un breve filmato animato in stile Pixar proposto sul maxischermo posto al fondo del palco, che durante la serata si scopre essere composto da una serie di pannelli mobili da cui prende forma la narrazione visiva dello spettacolo. Sono circa le 21.30 quando gli schermi si spengono e le immagini lasciano il posto alla realtà, dove sul palcoscenico quattro postazioni che ricordano l’impostazione scenica dei più recenti show dei Kraftwerk vengono presto raggiunte da altrettanti musicisti.
Quando fa il suo ingresso in scena, il 37enne musicista belga di origini ruandesi non è già più Paul Van Haver, ma Stromae. Capelli raccolti nei due chignon che caratterizzano l’immagine dell'artista nella sua nuova fase artistica; camicia bianca con volant e una sobria cravatta lavallière in tinta con i colori dei pantaloni, prima rosa antico, poi neri e infine acquamarina: la trasformazione di Paul nel personaggio che lo ha reso famoso in tutto il mondo è così completata, e il pubblico dell'Ippodromo SNAI San Siro è portato immediatamente a chiamare a gran voce il “maestro”.
A seguito del successo che l’ha investito grazie ai suoi primi due album, “Cheese” del 2010 e “Racine carrée” del 2013, rispettivamente i dischi delle hit “Alors on danse” e “Papaoutai”, con cui si è fatto conoscere per l’incontro di chanson française, musica elettronica, hip hop, percussioni africane e melodie più romantiche, Stromae ha deciso di rintanarsi nell’ombra per dedicarsi ad altre attività. Dopo un lungo silenzio il musicista, tra il 2010 e il 2013 diventato un punto di riferimento a livello internazionale del cantautorato pop di qualità, è tornato sulle scene discografiche lo scorso marzo con il nuovo progetto “Multitude”, a distanza di nove anni dal precedente. Oltre a confermare il talento unico di Paul Van Haver e ad arricchire il suo mondo sonoro, il terzo album in studio di Stromae lo ha visto riemergere dai propri tormenti degli ultimi anni, tanto da spingersi anche a raccontare, con testi talvolta drammatici o diretti, le sofferenze o i suoi pensieri suicidi, come nel singolo “L’enfer”. Nella musica dell’artista belga, però, emerge sempre un senso di ottimismo e speranza grazie alla sua capacità di narratore sia di temi profondamente autobiogafici sia condivisibili. In concerto, questo aspetto, si rivela attraverso il carattere evocativo che la musica del musicista belga raggiunge dal vivo e nel momento collettivo che si viene a creare per l’incontro di anime diverse.
“Tant qu'j'suis en vie, j'suis invaincu”, “Finché sono vivo, sono imbattuto”, dichiara Stromae all'inizio del suo show dal palco del Milano Summer Festival, aperto da Rhove e Margherita Vicario, durante la prima delle 17 tracce (più una sorpresa) in scaletta, “Invaincu”. La tessitura sonora riflessiva, ma incalzante, è dettata dai quattro musicisti che, durante tutto il concerto, senza mai abbandonare la propria postazione, si destreggiano tra synth, tastiere, chitarre, mandolini e drum machine. L’incredibile abilità interpretativa di Paul Van Haver si rivela fin da subito agli spettatori, per lo più sopra i trent’anni, tra cui molti stranieri. L’artista porta in scena le sue canzoni non solo con una vocalità evocativa e unica, ma anche attraverso i movimenti del corpo che sul palcoscenico danno vita a una danza catartica che coinvolge spesso il pubblico. L’empatia si conferma essere un’altra grande forza di Stromae, che durante il concerto milanese non si trattiene nelle interazioni e dall’abbracciare i presenti - i quali lo invitano a parlare in francese piuttosto che in inglese nelle poche pause - con canzoni che parlano a tutti e di tutti. Ecco che, dopo la solennità degli archi di “Fils de joie”, con il cantautore che interpreta il brano come un oratore sul pulpito, il grande successo radiofonico e di classifica del 2013, “Tous les mêmes”, stravolge l’atmosfera. Il pubblico si ritrova così a ballare insieme a Stromae sulle stesse inquietudini, ora divorate dalle sonorità accattivanti che stabiliscono lo stato d’animo di gran parte dei successivi momenti dello show.
Nel corso del concerto di Stromae all’Ippodromo SNAI San Siro di Milano, unica data italiana in programma nel 2022, prima dell’appuntamento fissato per il 16 maggio del prossimo anno al Palazzo dello Sport di Roma, le trame sonore di “Multitude” si ritrovano con le urgenze stilistiche dei precedenti album dell’artista, generando quindi un confronto anche tra le tematiche, le sensazioni e le emozioni passate e quelle immediate. Stromae passa dal travolgere con l’allegria e la solarità di “Mon amour” all’interpretare come al solito diversi personaggi, come in "La solassitude”.
Sul palco il musicista riempie lo spazio spostandosi da un lato all’altro della scena, dove lo si può vedere suonare alle percussioni, cantare sdraiato su una poltrona o accogliere un automa quadrupede che gli consegna la giacca per la sua famosa “Papaoutai”. Mentre con i video animati proiettati sugli schermi, o con gli effetti generati dai loro movimenti, il pubblico si sente trasportato su un mondo futuristico, la musica e i brani di Stromae cercano di riportare tutti con i piedi per terra. Alla fine il concerto del musicista sembra quindi arrivare a rivelare sia i dolori e le gioie della vita, fino a suggerire un modo per riemergere dall’oscurità da cui chiunque si può sentire sopraffatto. Dopo la drammaticità della potente “L’enfer”, la canzone che in un colpo di scena - ricordando l’esecuzione di "Tous les mêmes" a un talk show francese di punta di qualche anno fa - l’ha visto fare i conti con i suoi demoni in diretta sul primo canale della tv francese, “Santé” arriva a insegnare al pubblico una danza in “tributo alla working class, un brindisi a tutte quelle persone che non vengono mai festeggiate”.
In questo clima e con la voglia di ballare, il pubblico attende poi Stromae per il momento finale dopo una breve pausa. “Milano, voulez-vous danser? Alors on danse!”: per l’atto conclusivo l’artista gioca il suo grande asso nella manica con “ Alors on danse”, per raccogliere tutto l’entusiasmo del pubblico, che saluta con una sorpresa, una versione a cappella di “Mon amour”. Si chiude così un concerto capace non solo di attenuare il fastidio per il caldo torrido e il polverone di sabbia alzatosi all’Ippodromo, ma anche di addolcire e trasformare i propri pensieri personali, anche quelli più tormentosi.
La scaletta:
Invaincu
Fils de joie
Tous les mêmes
Mon amour
La solassitude
Quand c'est ?
Mauvaise journée
Bonne journée
Papaoutai
Ta fête
Pas vraiment
Formidable
Riez
L'enfer
C'est que du bonheur
Santé
BIS
Alors on danse
Mon amour (a cappella)