Maurizio Marsico/Roger Stanza: il ritorno di Monofonic Orchestra
Il ritorno della Monofonic Orchestra di Maurizio Marsico avviene nel nuovo album “Carnival – The Roger Stanza Sessions” uscito in questi giorni su Plastica Marella. Un disco eccentrico e fuori dal coro come ci si può aspettare dall’artista milanese, anche a partire dall’artwork, vinile colorato e lavorato, ogni copia diversa dall’altra. Per l’occasione Marsico ha, per la prima volta nel suo quarantennale percorso discografico, aperto la Monofonic Orchestra a una serie di collaborazioni, producendo il materiale iniziale con Mauro Tondini, ex Tipinifini, con il contributo di musicisti come ODRZ, Stefano Di Trapani, Francesco Zago, e affidando un lavoro di remixaggio/ricreazione finale a un suo vecchio amico ritrovato, Roger Stanza. Ecco il risultato di una chiacchierata tra Maurizio e Roger, a ruota libera sul disco nuovo e non solo…
Maurizio Marsico: L’idea di “Carnival” nasce pensando al carnevale di Rio e a quello di Bourbon Street. Al carnevale di Schumann e agli animali di Saint-Saens. Il carnevale del Festival e quello delle poltrone, della politica, della geopolitica, e dell’informazione, fino al carnevale totale dei social che sterilizza qualsiasi realtà e amplifica, confonde o minimizza ogni emergenza. Inizialmente il titolo dell’album doveva essere “Ideas”. Poi ho pensato che fosse una cattiva idea.
Roger Stanza: La prima volta che ho visto Maurizio negli ’80, da qualche parte a Milano, aveva una grande giacca di renna con delle strane bande argento sulle maniche. Poi siamo diventati amici. Mi piacevano un sacco le sue cose. Non avrei mai pensato che un giorno ci avrei fatto un disco insieme. Soprattutto quella volta al Giambellino, quando finimmo in un brutto guaio.
MM Roger è sempre stato molto costruttivo, e infatti quando lo conobbi non legai subito, diventammo amici nel tempo, con la consuetudine e diversi episodi rocamboleschi. Non sopportavo quando insisteva per prendere acido ascoltando “Seventeen Seconds” dei Cure. Inventavo sempre qualche scusa e telavo.
RS C’è stato un momento negli ’80 che a Milano c’era solo Marsico. Lo vedevi ovunque, magari più volte nella stessa sera, in mille posti differenti. Spesso ti capitava di vedere tanti Marsico nello stesso momento, ognuno con un vestito diverso dall’altro.
MM Ho sempre pensato che quello del camaleontismo sia un falso mito, montato ad arte dai soliti sospetti, per convenienza. E se devo dirla tutta, penso anche che certa letteratura su Beethoven sia in realtà una gran cazzata. Le sue intemerate sonore erano frutto solo di un grande egoismo, altroché. Questo non gli impediva di essere simpatico.
RS Litigavamo spesso con Maurizio per questioni musicali, io avevo questo approccio onnivoro ma molto legato alla sfera emotiva, lui era già parecchio focalizzato su un’idea estetica della musica, quasi filosofica. Ci ho messo anni per capire che aveva ragione, mi ha aiutato molto la passione per la geografia.
MM La Musica accade. Misteriosa, Magica, Miracolosa (le 3 M). Invisibile, immateriale, intangibile (le 3 I), accade, nel fluire ininterrotto del Tempo presente e riaccade, quando riprodotta, come memoria sonora di quanto e quando realmente accadde o di quanto e come eventualmente riaccadrà, nel Tempo passato come nel Tempo futuro. La Musica è linguaggio: universale e terreno come il cibo, extraterreno come lo spazio cosmico. Devo ricordarmi di passare al Bio sotto casa.
RS L’unica volta che ero più fuori di Maurizio è stato forse un giorno che stranamente eravamo finiti a Torino: mi ha spiegato come l’orzo se miscelato con l’acqua gasata possa lenire perfettamente l’intossicazione da cocaina.
MM La cosa interessante di “Carnival” è che di fatto si tratta della mutazione di un disco originale che non è mai uscito.
RS Possiamo dire però che le vendite stanno andando oltre ogni più rosea previsione e ci hanno appena chiesto di lavorare alla seconda parte e a una successiva edizione Deluxe, dove saranno incluse anche le versioni originali.
MM Trovo conveniente che una musica possa scatenare risate folli. Soprattutto se è agghiacciante. Si licet, Achille Bonito Oliva si mangia a colazione X-Factor e tutto il cucuzzaro, without a shadow of a doubt.
RS Maurizio ha sempre avuto questa passione incredibile per i fumetti, ne divorava a tonnellate, da Metal Hurlant a Paperinik. Mi ricordo quando ritirai un chilo di Charas e andai via una settimana, fu gentile, mi prestò la sua collezione di Brick Bradford. Ebbi la nausea per due o tre giorni: troppe parole.
MM Con “Carnival” ho voluto esprimere l’antitesi dell’artista che va ad attingere dai fin troppo gonfi serbatoi della Storia e della Letteratura o peggio del sentimentalismo da feuilleton o da reality show. Per quello, una mattina che ci siamo incontrati al supermercato, ho pensato di dare a Roger carta bianca sulla finalizzazione del disco.
RS A un certo punto sono andato a Brighton e nonostante a Natale ci facessimo sempre gli auguri non ci siamo incontrati per tanti anni. Quando l’ho rivisto ho trovato un nuovo Marsico. Quasi uguale ma molto diverso. Si era messo ad ascoltare di tutto, anche i Cure, e io ero diventato molto meno emotivo. È in quell’occasione che mi ha proposto di mettere le mani su “Carnival”. Quella mattina che ci incontrammo al Carrefour.
