Ghost: "il mondo è in tumulto, ma stiamo facendo la cosa giusta"

A loro dire, stanno stregando le principali città d’Europa. Magia nera o meno, i Ghost hanno dato il via agli appuntamenti dal vivo in supporto del nuovo album “Impera” (leggi qui la recensione), con una formazione ampliata a nove elementi e un concept che, raccontando il ciclo di vita degli imperi, alla fine traccia inquietanti similitudini con quanto sta accadendo sotto gli occhi di tutto il mondo. In attesa di assistere allo show della band svedese il 5 maggio al Mediolanum Forum di Milano, abbiamo raggiunto al telefono Tobias Forge, voce e autore del gruppo dietro la maschera di Papa Emeritus, per farci raccontare da Bruxelles, dove si trova per la tappa belga del tour, di uno spettacolo che promette sorprese e, naturalmente, anche un bel po’ di zolfanelli.
L’album precedente trattava della peste nera, mentre nel nuovo “Impera” si racconta il destino degli imperi. Quindi, visto cosa sta succedendo nel mondo con la pandemia e la guerra, pensi che i Ghost riescano a vedere nel futuro?
No, non credo di poter predire il futuro (ride, ndr), ma sono molto interessato alla Storia, che ha una certa tendenza a ripetersi. Fondamentalmente sono convinto che gli eventi siano in qualche modo ciclici e si sviluppino in maniera circolare attraverso i secoli. Succede però che le cose che racconto negli album tendono ad accadere. È una coincidenza.
Eppure, nelle vicende narrate nei nuovi brani, da “Kaisarion” a “Twenties” e oltre, sembra tutto inevitabilmente già scritto, no?
Penso sia piuttosto complicato comprendere cosa abbiamo davanti ai nostri occhi. L'uomo in fin dei conti ha una certa natura ripetitiva. E in questo non c’è molta differenza dagli altri animali. Vogliono un certo tipo di libertà, vogliono capire se quello che stanno facendo ha uno scopo e vogliono anche sentirsi amati, dopotutto. Eppure, molte persone non si danno più da fare visto che ormai c’è il computer che pensa già a tutto. Anziché passare quel tempo a disposizione per fare del proprio meglio, c'è invece la tendenza a dare sempre il peggio. Molti dei nostri bisogni primari sono cambiati, ma dobbiamo prima di tutto imparare a capire che ognuno di noi necessita di uno scopo e che dobbiamo prenderci cura l'uno dell'altro. Questa è l'unica cosa che conta davvero.
Nelle tracce di “Impera”, oltre al classico tema esoterico, è possibile trovare tra le righe molto humor nero, come pure una certa dose di critica sociale e politica. È così?
In realtà in tutti i nostri album sono presenti questo genere di sfumature. Con “Impera” però abbiamo dato una visione della realtà molto più contemporanea. Forse in passato siamo stati meno allineati rispetto ai tempi che corrono, ora però ci sentiamo come se fossimo più coinvolti in qualcosa che sta accadendo adesso.
Il primo singolo a rompere il vostro lungo silenzio è stato "Hunter's Moon", presente anche nella colonna sonora di "Halloween Kills". Che rapporto hanno i Ghosts con il cinema?
Il cinema è una componente importante della mia formazione perché ho sempre guardato moltissimi film. Sono cresciuto con una dieta ricca di cinema e televisione, guardando davvero di tutto, dalle commedie, ai drama, fino agli horror. È così che ho sviluppato la tendenza a voler dirigere i miei lavori, richiedere le cose in un certo ordine e avere la responsabilità ultima della trama. Per questo mi sono sempre mostrato in maniera piuttosto drammaturgica, direi. E poi sì, se avessi una vita alternativa, passerei sicuramente al cinema.
Se il vostro universo visivo è alquanto chiaro, quali sono le coordinate di riferimento del sound dei Ghost? In “Impera” non c’è solo metal, ma anche classic rock e pop scandinavo...
Sono sempre stato influenzato da ciò che ascolto e questo inevitabilmente finisce per essere presente nella mia musica. Ascolto artisti diversi e differenti generi musicali, così quando lavoro su nuove idee, queste suggestioni si mescolano con quello che sto facendo. Non vuol dire però che se c’è qualcosa alla Iron Maiden o alla Foo Fighters, la mia intenzione era quella di fare un album con il loro stesso stile. È sicuramente un mix di tutto quello con cui sono cresciuto.
Tempo fa hai dichiarato che i Ghost non avrebbero pubblicato un nuovo album finché non sarebbero stati in grado di andare in tour. Ora che il momento è finalmente arrivato, com’è ritornare sul palco dopo questa lunga pausa?
Davvero una bella sensazione! Da quando abbiamo iniziato la nostra tournée a gennaio abbiamo già fatto circa quaranta spettacoli. Ci sentiamo ben rodati, facciamo del nostro meglio e anche il pubblico sembra essere soddisfatto. D'altra parte, è anche vero che il mondo sta continuando a vivere grandi tumulti, molti hanno timore e nelle ultime settimane la situazione generale è piuttosto preoccupante. So che abbiamo organizzato gli show in un momento difficile, ma mi sento orgoglioso ogni volta che saliamo sul palco e quando vedo la gente felice capisco che stiamo facendo la cosa giusta.
I Ghost saranno qui in Italia il prossimo 5 maggio per l’atteso show al Mediolanum Forum di Milano. Cosa possiamo aspettarci?
Sarà da urlo! Non voglio svelare altro, ma di sicuro sarà uno spettacolo molto divertente.
E riguardo ai Nameless Ghouls, questa volta sul palco ci sono molti più musicisti al seguito di Papa Emeritus. Come mai questo aumento di organico?
Perché questa volta vogliamo fare tutto live, senza bisogno di alcuna base. In passato non potevamo riprodurre ogni singolo dettaglio dal vivo, in particolare le seconde voci. Ma ora di certo non faremo più marcia indietro. Suoniamo tutto in diretta e per farlo servono almeno nove persone.
Molti artisti sono riescono spesso a concentrarsi su nuove idee in tour. Succede anche ai Ghost?
In effetti mi vengono sempre nuove idee che annoto e raccolgo tutte. Ma non mi siedo di proposito per mettermi a scrivere in tournée. In realtà direi proprio di no.