Genesis, la storia di "Get ’Em Out By Friday"

Banks: “Questo brano che avevo scritto non mi aveva mai convinto, fin quando arrivò Phil e lo trasformò: ne rallentò i tempi e cambiò qualcosa, migliorandolo parecchio. Non è la prima volta che, agendo solo sui ritmi, Phil risolve splendidamente delle nostre composizioni”.
L’inizio un po’ bizzarro suona come un’esplosione condotta da una nota di chitarra solista prolungata che, dopo essersi fermata in favore di una frase d’organo, esegue una melodia assecondata dalla restante strumentazione, compreso il flauto. I successivi stacchi di lead guitar sugli accordi dell’organo mettono in evidenza la ritmica creata da Phil e Mike, davvero poderosa specie nel velocissimo riff del basso della strofa. Gli incisi, invece, sono improntati su un giro di chitarra acustica appoggiata dalla ritmica su cui Steve siinserisce con note allungate in crescendo.
Nella seconda strofa, in cui Peter si esprime anche in falsetto, spiccano l’organo e gli arpeggi di Steve, che subito dopo si produce in uno dei suoi tipici assolo originalissimi, dal suono risucchiato grazie al sapiente uso del pedale del volume.
Qui il pezzo, finora concitato, finalmente si placa: un riff ripetuto di basso punteggiato dai colpi di Phil sulla cupola del piatto spezza volutamente il susseguirsi della narrazione, come in una fase di attesa. Anche il flauto di Gabriel fa egregiamente la sua parte, aiutato dalla melodia del mellotron sotto le rullate della batteria. Quando torna il canto, Gabriel altera la voce a seconda dei personaggi della canzone che, di volta in volta, interpreta, cambiamenti a cui la musica si adatta mirabilmente assumendo un’aria spietata o triste. Un passaggio di flauto precede il ritorno alla strofa, cui seguono stacchi di chitarra e organo sotto la ritmica per l’ultima escalation vocale di un Gabriel in stato di grazia, nella cui eco finale si distingue ancora un notevole basso e il suono prolungato dell’organo.
Rutherford: “È un esempio di canzone dove ci sono troppe cose allo stesso tempo. La base musicale era eccellente e il testo ottimo, ma con l’aggiunta delle parti vocali si perdeva qualcosa. Sarebbe accaduto lo stesso con 'The Battle Of Epping Forest': a quei tempi si registrava prima la musica, poi qualcuno andava a scrivere il testo e si incidevano le voci. E a quel punto era fatta, non si poteva registrare la canzone una seconda volta”.
Il testo è una divertente disamina del problema degli alloggi visto con un’ironia dal retrogusto amaro: protagonista è la società Styx Enterprises, che acquista tutte le case di una strada confinando in aree appositamente create gli abitanti, nel frattempo ridotti dal Controllo Genetico, per guadagnare spazio, alla statura di 4 piedi (circa un metro e venti).
Rutherford: “Nelle grandi città inglesi, specie a Londra, esistono grosse società immobiliari che comprano intere catene di fabbricati dove gli inquilini pagano ancora vecchi affitti. Li sfrattano mandandoli in appartamenti nuovi che nel frattempo hanno costruito in periferia e, una volta svuotati i vecchi fabbricati, li ammodernano rivendendoli a 10 volte il prezzo originale”.
Gabriel: “Ad alcuni può sembrare una canzone politica, ma non l’ho scritta con questa idea. Penso però che buona parte delle miserie umane sia dovuta alla cupidigia degli speculatori immobiliari e ho spinto questa situazione agli estremi: per guadagnare di più, bisogna far stare più gente in spazi più piccoli. Per questo, gli speculatori tentano di diminuire l’altezza
dei loro inquilini. Come si sa, è proprio nella classe dei grandi proprietari che si trovano più politici, quindi sono certo che, se ne avessero la possibilità, questi signori potrebbero benissimo emanare una legge che imponga di ridurre la taglia delle persone. Nelle parole c’è emozione, ma non sentimentalismo: i personaggi appaiono infatti caricaturali”.
Suonata dal vivo regolarmente solo durante il "Foxtrot" tour, in cui Gabriel si sbizzarrisce in divertenti introduzioni e travestimenti (indossa una bombetta e cambia voce per impersonare i diversi personaggi).
Il testo è tratto da "Genesis - Tutti gli album tutte le canzoni" di Mario Giammetti, pubblicato da Il Castello, per gentile concessione dell'editore.
