Spice Girls: Michelle Stephenson, la 'Smart Spice' dimenticata

“Hai tra i 18 e i 23 anni, e sai cantare e ballare? Sei scaltra, estroversa e ambiziosa?”: si apriva così l’annuncio pubblicato nel febbraio del 1994 sullo storico settimanale inglese “The Stage” da Bob Herbert e il figlio Chris della Heart Management. L’obiettivo era quello di formare un gruppo pop tutto al femminile, sul modello delle boyband che spopolavano in quel periodo, come - per esempio - i Take That. Tra le centinaia di ragazze che risposero all’annuncio, dopo le audizioni svoltesi presso gli studi Danceworks di Londra, ne furono scelte cinque: Victoria Adams, Melanie Brown, Melanie Chisholm, Michelle Stephenson e Geri Halliwell. Si venne così a formare il gruppo inizialmente battezzato “Touch” e le cinque cantanti si trasferirono tutte insieme in una casa a Maidenhead, nella contea del Berkshire, in Inghilterra, dove trascorsero la maggior parte del 1994 a provare. Il seme per la nascita delle Spice Girls era stato gettato.
Nei mesi successivi alle audizioni la neonata band registrò vari demo ai South Hill Park Recording Studios di Bracknell insieme al produttore Michael Sparkes e a Tim Hawes, prima di lavorare ai Trinity Studios di Knaphill, vicino a Woking, nel Surrey. Poco dopo, però, Michelle Stephenson abbandonò la formazione e venne sostituita da Emma Bunton, dietro suggerimento di Victoria. Cambiata la denominazione del gruppo, che decise anche di staccarsi dall’agenzia che per prima si era occupata del suo management per unirsi alla 19 Management di Simon Fuller, si arrivò quindi alle Spice Girls, formate da: la "Scary Spice" (Melanie Brown, conosciuta anche come Mel B), la "Sporty Spice" (Melanie Chisholm, o Melanie C), la "Baby Spice" (Emma), la "Ginger Spice" (Geri Halliwell) e la "Posh Spice" (Victoria Adams, poi Beckham). Il resto, come si suol dire, è storia. Ma chi è Michelle Stephenson, la "Smart Spice" dimenticata e sostituita dalla "Baby Spice"?
Nata il 3 gennaio 1977, Michelle aveva 17 anni quando si presentò ai provini della Heart Management per una band tutta al femminile e ottenne il punteggio più alto alla prima audizione, dove eseguì "Don't be a stranger” di Dina Carroll. Per incomprensioni con le altre componenti delle poi iconiche Spice Girls o, come chiarito dalla diretta interessata successivamente, per motivi personali, la Stephenson abbandonò presto il progetto e per un soffio, un po' come Pete Best nei Beatles, sfiorò appena la grande popolarità.
“Non si adattava al gruppo”, spiegò Bob Herbert - come riportato nel libro biografico “Wannabe: how the Spice Girls reinvented pop fame” di David Sinclair - a proposito dell’uscita dalla band di Michelle Stephenson: “Non si sarebbe mai adattata e ho dovuto dirle di andare via”. Dal canto suo, Michelle fornì motivazioni diverse. Nel documentario “Raw Spice” del 2001, per esempio, la Stephenson - oltre a spiegare l’origine del suo nome all’interno del gruppo dicendo: “Io ero quello che andava all'università, quella intelligente, per così dire. Pensavano tutti che fossi la ‘Smart Spice’” - affermò: “Non ero felice nella band. Non era il tipo di musica che volevo fare. Era troppo pop”.
Sostenendo quindi di essere stata lei a decidere di lasciare la formazione femminile, in un’altra occasione e a margine di un’intervista per il supplemento di un domenicale britannico, Michelle Stephenson spiegò di aver scelto di abbandonare il progetto perché doveva badare alla madre, colpita da tumore. "La gente mi chiede sempre se sono amareggiata dal fatto d'essere rimasta fuori dalle Spice Girls. Certo che i soldi mi avrebbero fatto comodo, ma uno deve prendere le decisioni che vuole. E comunque io sono contenta della mia vita”, dichiarò Michelle, che spiegò poi:
“In quel periodo mi sono divertita, ma non sto a piangere sul latte versato. Quella di stare accanto a mia mamma è stata una scelta mia”.
Una volta chiusa la “avventura Spice Girls”, Michelle Stephenson riprese presto in mano la sua vita, lavorando inizialmente come presentatrice televisiva e portando avanti la propria carriera di cantante. Insieme a Ben Hackett e Mike Edwards, per esempio, diede il via a una collaborazione di composizione e nel 2003 pubblicò l’ep “SHESongs” con sei canzoni: "In control", "Fall over", "Hey sugar", "Dirty music", "Boom, boom", e "Happens for a reason”.