Anastasio: “Dov’ero finito? La musica richiede tempo e studio”

Anastasio è stato il primo rapper a vincere X Factor, nel 2018: la sua "La fine del mondo" è stata l'ultima canzone del talent ad arrivare al primo posto in classifica e venne certificata doppio Disco di Platino. Un trampolino per il tour del 2019. Nel 2020 ha partecipato tra i big al Festival di Sanremo con "Rosso di rabbia", brano potente contenuto nell'album "Atto zero". Poi il silenzio, complici anche gli anni difficili della pandemia.
Ora l’artista torna con “Mielemedicina", il suo nuovo album. “Lo so che in un mercato e in un mondo come questo, prendersi del tempo per fare musica sembra andare in controtendenza - racconta Anastasio - ma per me funziona così. La musica richiede anche studio e soprattutto un cambiamento personale. D’altronde ogni disco è il risultato di una fase della vita e ogni fase richiede una maturazione e un’elaborazione. Ho dovuto mettere a fuoco quello che mi circonda. A volte non capisco come siamo arrivati fino a qui, a questa deumanizzazione".
Le parole, nella vita come nella musica, per Anastasio, 24 anni, hanno un peso: “Babele” è un brano con riferimenti biblici che affronta proprio il tema del linguaggio. “‘Babele’ - racconta Anastasio- è crollata perché tutti parlavano lingue diverse e la lingua si era alienata da se stessa e dalla realtà. Oggi ci troviamo in una seconda Babele dove le nostre parole non hanno più alcun significato, sono gusci vuoti, senza valore. Io credo molto nel ruolo dell’artista, soprattutto in tempi come questi. Credo nel potere di evocare qualche cosa che possa scuotere”.
Perché “Mielemedicina”? "Il miele aiuta a far sopportare l’amaro della medicina – sottolinea - questo, infatti, è un disco in cui le sonorità addolciscono un messaggio spesso amaro. Sulla copertina ho voluto un cuore ricoperto di miele per rappresentare un bisogno di dolcezza. Il doppio spirito, il doppio significato è una delle chiavi di lettura del disco. ‘Assurdo’ fotografa molto bene questa idea: il brano (che prende spunto dalla poesia di Charles Bukowski “La tragedia delle foglie”, ndr) si sviluppa su due binari, due mondi storicamente opposti, ma fortemente correlati come l’amore e il dolore".
Nel disco ci sono anche Stefano Bollani e Boosta dei Subsonica. "Con Bollani ci siamo conosciuti in tv, quando sono andato ospite nel suo programma ‘Via dei Matti numero 0’, è un gigante. Ci siamo entusiasmati all’idea di fare un pezzo jazz-rap, che in Italia non è comune”, dice Anastasio. I panni da rapper vestono stretti? “Uso il linguaggio rap, ma non mi vesto da rapper, non ricalco quell’immaginario. Le etichette sono problemi per chi le usa, per chi prova a dare una definizione a tutto, a me non interessano”, specifica. Tanti i riferimenti letterari e biblici disseminati nel disco: “Mi piace l’idea di evocare storie o artisti che mi hanno sempre ispirato – conclude – il tema dell’Apocalisse è presente e purtroppo, vedendo quello che sta succedendo nel mondo, sta svelando che il sogno coincide con la realtà. L’Apocalisse indica una rivelazione, non la fine del mondo.