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Il pop di Florence and the Machine è sempre più barocco

La band capitanata dalla magnetica Florence Welch torna con "King", ed è uno spettacolo. Il brano inaugura una nuova fase per la cantautrice, sia artistica che personale: "Sento una lacerazione della mia identità".
Il pop di Florence and the Machine è sempre più barocco

Se questa è solamente la prima anticipazione, dal nuovo album di Florence and the Machine bisogna aspettarsi parecchio. La band capitanata dalla magnetica Florence Welch torna con "King": un pezzo in puro stile Florence and the Machine, perfettamente in linea con le atmosfere e i suoni degli ultimi lavori del gruppo britannico, "How big, how blue, how beautiful" e "High as hope", caratterizzato da una certa tensione - affidata al basso, che fa da tappeto all'interpretazione della cantautrice, insieme al pianoforte e alla batteria - che poi ad un certo punto lascia spazio ad un urlo liberatorio, a un'esplosione orchestrale, tra archi, fiati, arpa. È il pop di Florence and the Machine, che si fa sempre più barocco.

Il brano è il quinto che la band di "Dog days are over" fa uscire dopo "Moderation", "Jenny of oldstones" (dalla colonna sonora di "Game of thrones"), "Light of love", "Call me Cruella" (dalla colonna sonora di "Crudelia") e "King", non inclusi nell'ultimo album "High as hope" del 2018. Non è dato sapere se "King" anticipi effettivamente un nuovo disco di Florence and the Machine. Di sicuro c'è che il brano inaugura, a detta della stessa Florence Welch, una nuova fase, sia artistica che personale. La canzone, spiega la cantautrice, è un manifesto sull'essere donna e sulla femminilità, figlio di questi tempi: puro empowerment femminile come risposta alle difficoltà che una cantautrice può incontrare lungo la strada che conduce al successo: "Non sono una madre, non sono una sposa - sono un re", canta Florence. Che dice:

Come artista, non ho mai pensato molto al mio genere. Andavo avanti e basta. Ero brava quanto gli uomini e andavo là fuori e li eguagliavo ogni volta. Ma ora, pensando all'essere donna a 30 anni e al futuro, sento improvvisamente questa lacerazione della mia identità e dei miei desideri, che essere un'artista, ma anche volere una famiglia potrebbe non essere così semplice per me come lo è per i miei omologhi maschili. Mi ero modellata quasi esclusivamente sui performer maschi, e per la prima volta ho sentito cadere un muro tra me e i miei idoli perché devo prendere decisioni che loro non hanno preso.

Il brano è accompagnato da un video diretto dalla fotografa e regista statunitense Autumn de Wilde (figlia di Jerry, noto ai più per aver immortalato icone degli Anni '60, a partire da Jimi Hendrix), dietro la cinepresa per "Emma" (l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Jane Austen, con protagonista l'attrice de "La regina degli scacchi" Anya Taylor-Joy). 

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