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Trasgressioni, parolacce e citazioni “d’autore”: le curiosità sui testi di Sanremo 2022

Chi è lo “zio Pino” che Dargen D’Amico saluta nel testo del ritornello di “Dove si balla”? E chi è Oloferne, che Highsnob e Hu menzionano in “Abbi cura di te”? Solo sei parolacce su 25 canzoni: sarà un Festival bon ton? Non proprio. Leggete qua...
Trasgressioni, parolacce e citazioni “d’autore”: le curiosità sui testi di Sanremo 2022
Credits: Manuel Grazia

Chi è lo “zio Pino” che Dargen D’Amico saluta nel testo del ritornello di “Dove si balla”? E chi è Oloferne, che Highsnob e Hu menzionano nel testo della loro “Abbi cura di te”? Dall’incipit della canzone di Blanco e Mahmood ci dobbiamo aspettare l’immancabile “Blanchito bebe… Michelangelooo… mettimi le ali” con il quale il 18enne cantautore bresciano si firma nei suoi pezzi? Solo sei parolacce su venticinque canzoni: sarà un Festival bon ton? Non proprio. Le trasgressioni non mancano, nei testi delle canzoni in gara a Sanremo 2022. Qualche verso farà sorridere, altri faranno discutere. D’altronde, Sanremo è Sanremo e le polemiche fanno parte del carrozzone. C’è tanto amore, nei testi dei brani. A volte romantico, altre volte più spinto. Posto che quel “ci tenevo a mostrarmi come un drago nel letto” della canzone di Aiello dell’anno scorso non si batte, quest’anno non pochi artisti giocano con atmosfere soft porno. Achille Lauro ad un certo punto in “Domenica” dice “M’ingoia come un boa”. Francesco Sarcina de Le Vibrazioni in “Tantissimo” dice: “C’è il tuo seno che mi vuole”. Ma niente a che vedere con il testo di “Chimica”, l’esplosiva canzone di Ditonellapiaga e Rettore: “Le tue labbra sulle mie labbra”. E ancora: “Vengo ripetutamente e non m’importa del pudore, delle suore me ne sbatto totalmente”. Chissà come la prenderanno i puritani e i moralisti.

Capitolo espressioni colorite. Ad Achille Lauro nel testo di “Domenica” ad un certo punto parte un “fanculo”, Noemi in “Ti amo non lo so dire” si lascia andare ad una “stronza” (“Sono quella stronza che non cambierà per te”), ai ragazzi de La Rappresentante di Lista sfugge un “culo” in “Ciao ciao”. Più innocue le “puttane” del testo di “Ogni volta è così” di Emma (“Siamo sante o puttane”) e di quello di “Brividi” di Mahmood e Blanco (“Scusa se poi mando tutto a puttane”).

Lo “zio Pino” del testo di “Dove si balla” di Dargen D’Amico sarà mica lo stesso Pino del testo di “Tra la noia e il valzer”, una vecchia canzone del 41enne rapper milanese inclusa nel suo secondo album “Di vizi di forma virtù” del 2008? No: lì Dargen citava un Pino famoso, che per cognome faceva Daniele, e la sua hit “Pigro” (“Sono pigro / come Pino / non sono mai sveglio prima della sera”). Oloferne, citato da Highsnob e Hu in “Abbi cura di te”, è un personaggio biblico: condottiero dell'esercito assiro che assediava Betulia, fu ucciso da Giuditta. Lo decapitò dopo averlo ubriacato: “Perdo la testa come Oloferne”, cantano appunto il rapper e la cantautrice marchigiana. Nel testo della loro canzone compare anche una “camera a gas”: omaggio a Gianna Nannini e alla sua “Fotoromanza”?

È più esplicito l’omaggio di Achille Lauro ad Edoardo Vianello: “Mamma guarda come dondolo / ho un brutto voto dopo il compito”, canta l’artista romano in “Domenica”, citando il grande successo dell’icona del pop italiano degli Anni ‘60. E se nel testo di “Ogni volta è così” Emma inserisce una mezza citazione di “Sei bellissima” della sua “mamma rock” Loredana Bertè (“E mi dicevi sempre / come sei bella / mai nessuna / più di te”), nel testo di “Insuperabile” Rkomi cita “Taxi Driver”, il titolo dell’album – certificato triplo Disco di platino – che ha permesso al rapper milanese di conquistare il primo posto nella classifica dei dischi più venduti in Italia nel 2021. A sua volta un omaggio al film del ‘76 di Martin Scorsese.

No, Blanco – almeno nella versione da studio ascoltata dai giornalisti lo scorso venerdì – non si firma nell’incipit di “Brividi” con il suo “Blanchito bebe”, e non cita neppure il suo produttore Michelangelo (co-autore del brano). Non si “firma” neppure Ana Mena, nel testo di “Duecentomila ore”, come la popstar spagnola fa di solito nei tormentoni incisi con Fred De Palma e Rocco Hunt.

Baby”, tra le espressioni più gettonate delle canzoni della nuovissima scena italiana, compare nel testo del brano di Tananai (“Baby ritorna da me e metti via quella pistola”) e di Aka 7even (“Baby giuro che tu sei perfetta così”).

Sangiovanni nel testo di “Farfalle” parla di “botta d’ossigeno in mezzo all’industria”. Svolta ambientalista? Diventerà l’inno dei Fridays for Future? Nel testo di “Lettera di là del mare” di Massimo Ranieri, firmato da Fabio Ilaqua, si parla di una traversata via mare. Immigrazione? No. È una storia autobiografica: parla di quando prima del grande successo Giovanni Calone, questo il vero nome del 70enne cantante napoletano, si imbarcò su una nave direzione Stati Uniti, in cerca della svolta a New York.

Virale” di Matteo Romano non parla di pandemia: nel testo della canzone gli alti e bassi di una storia d’amore vengono paragonati a quelli del successo (“E l’amore riappare / va in tendenza e risale / diventa virale”). L’unico a parlare esplicitamente del Covid è Dargen D’Amico, con un accenno anche allo stop forzato ai concerti (“Senza live con il pile sul divano”): “Che brutta fine le mascherine / la nostra storia che va a farsi benedire”.

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