Francesco De Gregori, "Titanic" ha 39 anni. La storia di "L'abbigliamento di un fuochista"
Manca solo lo scacciapensieri ad accompagnare questa irresistibile ballata in stile popolare, con tanto di controcanto di Giovanna Marini. "Quando se ne andò - ricorda De Gregori - riascoltai il nastro e capii che grazie a lei quella canzone era venuta fuori esattamente come doveva essere, come era dentro la mia testa nel momento stesso in cui la scrivevo". Talmente folk e talmente credibile che venti anni dopo i due la innesteranno, traccia numero 11, nell'album "Il fischio del vapore", raccolta di canti senza tempo.
"L'abbigliamento di un fuochista" viene considerato il primo atto della tetralogia del "Titanic", forse più un prologo dalla terraferma all'imbarco che rimanda a tante ballate dell'emigrazione, come l'ottocentesca "Mamma mia, dammi cento lire" (“che in America voglio andar”, e anche in quel caso “il bastimento si sprofondò”) alla struggente "La porti un bacione a Firenze" del 1937, creata da quello che può essere considerato uno dei primi "cantautori" italiani, Odoardo Spadaro, musica, parole e voce, più sosia che emulo di Maurice Chevalier.
Nel commiato fra la madre angustiata e il figlio rassegnato, De Gregori adotta un linguaggio proletario reso luminoso da alcune raffinatezze: “Figlio senza domani, con questo sguardo da animale in fuga e queste lacrime sul bagnasciuga che non ne vogliono sapere”. O ancora: “Figlio che avevi tutto e che non ti mancava niente e andrai a confondere la tua faccia con la faccia dell'altra gente e che ti sposerai probabilmente in un bordello americano e avrai dei figli e una donna strana e che non parlano l'italiano”. Con quella iettatoria considerazione: “Su questa nera nera nave che mi dicono che non può affondare”. Salpa il 10 aprile 1912 dal porto inglese di Southampton, si inabissa quattro giorni dopo nelle acque canadesi.
Questo testo è tratto da "Tutto De Gregori" di Federico Pistone, pubblicato da Arcana, per gentile concessione dell'autore e dell'editore. (C) 2020 Lit edizioni s.a.s.
