Stevie Wonder: ‘Negli USA abbiamo bisogno di una riforma della polizia’

Un grave fatto di cronaca ha sconvolto l’opinione pubblica statunitense negli ultimi giorni: un’agente di polizia bianca, Kim Potter, ha ucciso - sparandogli - un ventenne afroamericano, Daunte Wright, nel centro di Minneapolis, a una manciata di chilometri da dove si sta celebrando il processo a Derek Chauvin, il poliziotto accusato dell’omicidio di George Floyd. La vicenda ha scatenato violente proteste di piazza nella principale città del Minnesota, anche il relazione ai primi particolari trapelati in merito alla morte di Wright - la Potter avrebbe dichiarato di aver utilizzato l’arma d’ordinanza invece del taser “per errore” - e ha colpito profondamente i cittadini USA.
Tra i tanti ad esprimersi pubblicamente sul tema c’è stato anche Stevie Wonder. La leggenda del soul / r’n’b con un messaggio pubblicato sui propri profili ufficiali social ha espresso il suo favore a una riforma strutturale della forza pubblica americana:
“Quante altre vite di neri andranno perse per mano della polizia?”, si è chiesto Wonder: “Ecco perché abbiamo bisogno di riformarla. Perché il capo della polizia è già giunto alle conclusioni dopo essersi rifiutato di discutere i dettagli di quanto successo? Cosa vuol dire ‘un errore’? Come è potuto accadere? Serve una riforma della polizia. I neri in questo paese stanno morendo per mano della polizia. Qualcuno ha dubbi?”.
“Ricordo una sparatoria accidentale della polizia del Minnesota, quattro anni fa”, prosegue Wonder: “Un agente di polizia nero ha sparato accidentalmente e ucciso una donna bianca. Il poliziotto ha subito dichiarato che si trattava di un incidente, e si è scusato con la famiglia. E’ stato processato e condannato per omicidio di terzo grado e omicidio colposo di secondo grado. Il giudice ha rifiutato qualsiasi forma di clemenza, e lo ha condannato a 12 anni e mezzo di carcere. E’ stato il primo poliziotto del Minnesota a venire condannato per una sparatoria in servizio negli ultimi anni. Con la polizia nera e la vittima bianca, la giustizia è stata rapida e inflessibile. Poi l’altra sera c’è stata un'altra sparatoria accidentale della polizia, ma con un’agente bianca e una vittima nera. Cosa farà la giustizia questa volta? Un capo della polizia che giunge a una conclusione senza discutere di fatti? La poliziotta si scuserà? Il giudice ignorerà le attenuanti? Questa vittima nera, e la sua famiglia, vedranno il Minnesota comminare condanne rapide e rigide? Questo sistema ha bisogno di una riforma? Fate un po’ i conti”.
Già in tempi recenti Wonder aveva dimostrato estrema sensibilità nei confronti delle problematiche razziali negli USA. Intervistato lo scorso mese di febbraio dalla regina della TV statunitense Oprah Winfrey, l’artista aveva rivelato di volersi trasferire in Ghana proprio per non essere più costretto a far fronte a discriminazioni razziali: “Non voglio vedere i figli dei figli dei miei figli chiedere ancora: ‘Oh, per favore, apprezzami. Per favore, rispettami. Ti prego, sappi che anch’io sono importante. Se non ti dispiace, considerami’. Che storia è questa?”, spiegò lui.