Festa della Donna: Serena Abrami canta "Feeling good"
“Feeling Good” è stata scritta per esprimere l'euforia che deriva dalla liberazione da un'oppressione. Ne sono autori i britannici Anthony Newley e Lesley Bricusse, che la scrissero per il musical "The Roar of the Greasepaint, the Smell of the Crowd", che fu rappresentato in Gran Bretagna (interpretato da Elaine Page) nel 1964, prima di approdare a Broadway l'anno seguente.
"The roar..." è un'allegoria sui temi del potere, delel classi sociali e della razza. I protagonisti che vi interagiscono sono Sir e Cocky, ma la canzone è affidata all'interpretazione di un terzo personaggio, The Negro (poi ribattezzato, in repliche successive, "the Stranger" o "The Black Man".
E' lui (interpretato da Cy Grant in UK e da Gilbert Price a Broadway) che canta "Feeling good", che al principio non sembrava un brano destinato a fare storia. Fra i primi ad accorgersi della canzone fu John Coltrane, che la registrò al sax, e fu seguito da Sammy Davis Jr. Ma fu Nina Simone a catturare l'essenza del brano. Lei e il suo arrangiatore Hal Mooney lo affidarono all'esecuzione strumentale di una big band, sulla quale Nina offrì una performance vocale strepitosa. Pubblicata durante le proteste per i diritti civili dei neri, la canzone rispecchiava il desiderio di libertà della popolazione di colore, e assunse il ruolo di inno non ufficiale della protesta contro ogni discriminazione.
La ascoltiamo qui - dedicandola a tutte le donne - nella versione voce e chitarra di Serena Abrami, la cantante (e cantautrice) marchigiana che ha debuttato discograficamente nel 2010 con un EP contenente un inedito scritto da Ivano Fossati, "Tutto da rifare", ha partecipato nella categoria "Nuove Proposte" al Festival di Sanremo del 2011 con "Lontano da te" di Niccolò Fabi, e dopo la pubblicazione di due album da solista è ora la voce dei Leda.
"Feeling good" è stata nel tempo incisa anche dai Traffic (in "Last exit", 1969), dai Muse (in "Origin of symmetry", 2001), da Michael Bublé (nel 2005), da Adam Lambert (nel 2009), da Lauryn Hill nel 2015, da George Michael (nell'album "Symphonica", del 2016).