David Bowie, cinque libri raccomandati

Libri su David Bowie – ah, ce ne sono un bel po’ in giro. Potrebbe persino essere l’artista rock più (de)scritto, anche più di Beatles e Bob Dylan. Del resto anche dei periodi brevi della sua vita sono materia per ricostruzioni mitiche, e la natura dei suoi fan è tale da portarli a leggere – e scrivere – all’infinito sul soggetto in questione. Mettendo cortesemente da parte tutti i saggi scritti per magnificare la sua rilevanza artistica se non filosofica (un genere che esalta i discepoli di chiunque, ma sta diventando sempre più diffuso e meno credibile), questi suggerimenti si limitano a libri che raccontano il cantante più che decantarlo.
David Bowie, il quinto anniversario della morte: leggi lo speciale.
I primi tre titoli sono quasi obbligatori, mentre sugli ultimi due si può discutere, tanto è vasta la scelta. Se invece vi piacciono i libri con le belle foto patinate, ammettiamo di averli trascurati. Forse può bastare a rappresentarli "Bowie Is" di Victoria Broackes e Geoffrey Marsh, catalogo dell’omonima mostra di sontuosi feticci (tradotto anche in italiano, ma fuori catalogo) - ma se le tasche lo permettono, il libro definitivo è il recente "Icon", a cura di Iconic Images.


Nicholas Pegg: "The Complete Bowie" (Titan Books)

La Sagrada Familia, il tempio in continua costruzione di ogni cosa bowieana: nel 2012 questo Moloch da quasi 700 pagine era stato coraggiosamente tradotto in italiano da Mapelli, Muso e Arduini per Arcana, ma l’edizione inglese più aggiornata, uscita nel 2016, è ovviamente quella consigliabile – attualmente arriva a 800 pagine. Contenenti (quasi) tutto quello che si può voler sapere su album, canzoni, tour, film, video, apparizioni tv e radiofoniche, dipinti, libri, aneddoti, rarità, col puntiglio del bravo archivista e tuttavia con notevole leggibilità. Pegg, che è anche attore e regista, non appartiene alla folta pattuglia dei giornalisti britannici saltati sul carro di Bowie negli anni di Ziggy: ha conosciuto Bowie da ascoltatore, e questo gli toglie quella tonnellata di supponenza e predisposizione alla nostalgia che emerge in tanti biografi che frequentavano di persona il circo dei cani di diamante.
Chris O’Leary: "Rebel Rebel" e "Ashes To Ashes" (Zero Books)


Una sfida a se stesso da parte di un non-fan, nella quale a vincere sono i fan: O’Leary ha iniziato a scrivere di Bowie con approccio molto laico, e ha approfondito ogni singola canzone in modo originale, fornendo per ogni brano chiavi di lettura e contestualizzazioni affascinanti. I libri sono due, e dividono la carriera della rockstar in due fasi: ad aprire la seconda sono gli album incisi a Berlino. Rispetto al libro di Pegg privilegia le canzoni – e inserisce occasionali, preziose analisi musicali, spesso trascurate da altri esegeti: è evidente che O’Leary non va in confusione davanti a un pentagramma.
Dylan Jones: "David Bowie, A life" (Three Rivers Press)

Il commendator Jones, come il suo omonimo, è un personaggio difficile da catalogare: insignito dell’OBE per i suoi servigi alla moda britannica, è stato una colonna della Condé Nast ma anche un vistoso sostenitore del Partito Conservatore. Agganciato 12enne da Starman nella famosa apparizione a Top Of The Pops, ha dedicato a Bowie una ricostruzione biografica basata quasi esclusivamente su parole (testuali) di chi ha partecipato all’avventura, a partire da Bowie medesimo: è come avere in mano un documentario scritto. Manca di precisione nell’indicare fonti e date delle dichiarazioni, ma il volume è talmente ricco e illuminante che si può perdonare questa scelta.
Sean Egan: "Bowie On Bowie: Interviews And Encounters" (Chicago Review Press)

Il veterano Egan non è strettamente un fan di Bowie, ma il suo approccio scientifico è molto apprezzabile da chi non ama quei giornalisti musicali che si mettono davanti ai musicisti: ha pubblicato libri simili su Clash, Keith Richards e Fleetwood Mac, scegliendo semplicemente le interviste più significative concesse negli anni. Rispetto ad altri tentativi che hanno usato questo metodo (su tutti The Last Interview - che include anche l’ultima intervista), la sua selezione è ben bilanciata tra riviste grandi e piccole, inglesi e americane. Purtroppo, come è tipico dell’approccio angloamericano, ignora le interviste concesse a riviste francesi o tedesche... Ma un buon imperialismo non si cura dello studio delle lingue straniere. In italiano è stato tradotto da Cristian Caira per Il Saggiatore, con il titolo "Sono l’uomo delle stelle".
David Buckley: "Strange Fascination" (Virgin Books)

Per le biografie in senso stretto, il libro di Buckley, fan reo confesso, è leggermente più apprezzato dai bowieani rispetto a Starman di Paul Trynka (Sphere) per la capacità di raccontare in modo vibrante i momenti topici della carriera, anche se questo gli costa qualcosa dal punto di vista della rigida completezza.
Paolo Madeddu è l'autore di "David Bowie - Changes, la storia dietro le canzoni", Giunti Editore.
