Queen, la storia di “I can't live with you”

La vera anima rock di "I Can’t Live With You" non si trova in "Innuendo" ma emerge per la prima volta in "Queen Rocks", la raccolta pubblicata nel 1997, con la dicitura "Rocks Retake": a trasformare la canzone sono la batteria “vera” di Roger, oltre che la chitarra decisamente più sfrontata di Brian. La versione originale, quella pubblicata nel 1991, è in realtà poco più di un demo. Così la batteria che si sente è la batteria elettronica programmata dall’autore, con la semplice aggiunta dei synth di David Richards, mentre il povero Taylor si deve accontentare di fare la propria parte ai cori.
Come "Headlong", anche "I Can’t Live With You" è nata dal lavoro in studio di Brian per un progetto solista. Anche in questo caso, quando May l’ha proposta alla band, agli altri tre è piaciuta ed è diventata una canzone dei Queen. Per contro, il risultato finale non è piaciuto all’autore: “Per qualche strano motivo, questa canzone era impossibile da mixare. Era una di
quelle situazioni in cui alzi tutti i livelli e il suono ti sembra buono, così dici: ‘Ok, ci lavoreremo sopra un paio d’ore’. Poi invece il risultato non fa che peggiorare continuamente. Così siamo tornati al mixaggio provvisorio. È ricco di atmosfera. Credo che abbia un sound così particolare perché abbiamo mantenuto gran parte della versione demo”. Una cosa simile era stata fatta per "Doing All Right", quando per l’album di debutto fu scelta la versione demo registrata ai De Lane Lea Studios perché quella reincisa ai Trident non era ritenuta soddisfacente.
Le soluzioni a questo punto erano due: o rifare il brano da zero o quasi, o tenerselo così com’era. Per "Innuendo" la band scelse la seconda soluzione, quella più percorribile; per "Queen Rocks" May e Taylor optarono invece per la prima. Il risultato finale è che le due versioni sono sostanzialmente diverse, per quanto si tratti della medesima canzone. La vera essenza di "I Can’t Live With You" è nel retake del 1997: un brano solidamente rock, introdotto dalla voce rielaborata di Freddie, più pieno, con maggiore spessore e decisamente più live rispetto alla versione originale. Una piccola perla seminascosta in una compilation post mortem.
Roberto De Ponti
Domani scriveremo di “Don't Try So Hard”.
I testi sono tratti dal libro di Roberto De Ponti “Queen – Opera omnia”, pubblicato da Giunti,per gentile concessione dell’autore e dell’editore; al libro rimandiamo per la versione integrale dei testi di presentazione delle canzoni di “Innuendo” e di tutti gli altri album dei Queen.
