MC5: guida all'ascolto di "Kick out the jams"
MC5: KICK OUT THE JAMS
Elektra Records, febbraio 1969
Energia allo stato puro: questo è "Kick Out the Jams". Già dal monologo introduttivo, gli MC5 dichiarano senza mezzi termini da che parte stanno, politicamente e socialmente: “Fratelli, potete decidere se volete essere il problema o la soluzione!”. Dopodiché il Grande Ballroom di Detroit viene soverchiato dall’energia di una delle band più selvagge in circolazione. Nel brano d’apertura il falsetto strillato è di Wayne Kramer, mentre il lead vocalist Rob Tyner sale sul palco per il successivo “Kick Out the Jams” con un saluto perfettamente in stile: “And right now… right now… right now it’s time to… Kick out the jams, motherfuckers!”. Ci sarebbero voluti altri dieci anni perché il Punk vedesse la luce, ma qui c’è già quasi tutto quello che lo rappresenterà. Il suono distorto delle chitarre, l’approccio vocale, le ritmiche possenti, riff semplici e infuocati, lotta di classe e adrenalina a pacchi.
Musicalmente vi sono molti momenti interessanti, soprattutto nell’organizzazione delle cospicue masse sonore. Gli assoli raramente emergono dalle fasce d’accompagnamento, cosicché “il muro” appare in tutta la sua matericità. L’assolo assume quindi lo spessore di una mano di vernice. In alcuni punti vi sono delle aperture, temporanee schiarite, come nel preludio alla coda di “Rocket Reducer No. 62” in cui le due chitarre danno vita a un interessante duetto/duello privo di accompagnamento ritmico. Le frasi si intrecciano, armonizzano, si contrastano dimostrando come i chitarristi siano molto attenti alle dinamiche dell’interplay. Molto interessante anche la struttura multiforme quasi Prog di “Borderline”. “Motor City Is Burning” è una presa di posizione decisa a favore delle Black Panthers in relazione ai fatti di Detroit del 1967. L’album si conclude con un omaggio a Sun Ra e alla sua “Starship”… Non male per un gruppo di rozzi rockettari bianchi!
Enrico Merlin
Questa scheda è tratta da "1000 dischi per un secolo. 1900-2000", di Enrico Merlin (Il Saggiatore), per gentile concessione dell'autore e dell'editore.
Enrico Merlin, musicista e musicologo, nella composizione e scrittura del volume ha cercato di tracciare la storia della musica occidentale registrata, attraverso la selezione di 1000 opere sonore che fossero innovative in almeno uno dei sei parametri di cui la musica è composta: melodia-armonia-ritmo-timbro-dinamica-espressività. Per ognuna di esse ha realizzato una sorta di guida all'ascolto in cui vengono raccontate le motivazioni per cui quel disco è di fatto una pietra miliare. Mancano diversi dischi famosi, mentre vi sono opere seminali, ma di nicchia, che malgrado uno scarso successo di pubblico hanno lasciato un segno profondo in altri artisti contemporanei o successivi. Le schede non sono quindi delle recensioni, quanto piuttosto dei suggerimenti d'ascolto, dei trampolini di lancio per andare alla scoperta di nuovi mondi sonori e, perché no, trovare qualche conferma.
