Paolo Conte, le canzoni dell’album d’esordio: “Wanda (Stai seria con la faccia...)”

La guerra è finita da poco, Paolo Conte ha 8 anni e prova per la prima volta nuove ebbrezze, come “il mare, le banane e il pane bianco”. La madre Tina (“aveva un naso grosso come il mio, era affascinante, femminile, simpatica”) carica Paolo sul cassone di un camion dell’amico Ferruccio e della moglie Wanda, e sale in cabina con in braccio il piccolo Giorgio. Destinazione: il mare. Da Asti a Rapallo occorrono otto ore filate e in tutto quel tempo Paolo resta in compagnia di un manipolo di giovani passeggere che salgono e scendono dal retro del camion: tornano dai loro fidanzati o dai loro parenti tra case spesso devastate dai bombardamenti. Nel turbamento di un bambino vispo e curioso resta impressa la figura di quella persona affiancata alla madre e quel nome retrò, Wanda, legata alle sensazioni forti del “mare paradisiaco di Paraggi” e di quel “panino alla banana” gustato sulla spiaggia. “Intanto io rifletto chi lo sa? Forse la vita è tutta qua”. Come in una macchina del tempo, Conte teletrasporta le sue riflessioni infantili a una maturità che non cambia stupore né gratitudine. E così lui è cresciuto mentre la “sua” Wanda è rimasta fonte di conforto e, addirittura, di felicità e di trasgressione, quella per esempio di portarla in un “ristorante in riva al mare” dove c’è “il vino bianco fresco” che “va giù bene come questo cielo grande su di noi”, fino a dare scandalo. “Wanda”, con il sottotitolo che va e che viene a seconda della versione (“stai seria con la faccia...”), potrebbe essere il seguito di “Azzurro” di cui condivide il ritmo e un’assonanza nel refrain, ma soprattutto “il pugno di felicità” che squarcia la malinconia, reso con un linguaggio, e con un incedere musicale, marciabile, popolare, commovente, credibile, che rende anche il doppio avversativo (“ma però”) del tutto naturale e accettabile, un po’ come lo sdoganamento di “all’incontrario” in Azzurro: “Stai seria con la faccia ma però ridi con gli occhi io lo so”. Sembrerebbe un motivetto da fischiettare, eppure sotto c’è un universo musicale ricercato e tumultuoso, anche a giudicare dalle 25 (venticinque) pagine dedicate a questa canzone da Manuela Furnari nel suo saggio “Prima la musica”. Ecco un granello: “Efficace è il passaggio tra il salto di quarta discendente Fa-Sib e il salto di sesta ascendente Fa-Re, ottenuto sfruttando abilmente una cadenza evitata: sul Sib, anziché la risoluzione dell’accordo di tonica (I), è posto l’accordo di sottodominante (IV) che non risolvendo, allunga e rafforza l’attesa per l’accordo di I grado che arriva solo sul Re”. Roba da farci sentire tutti come “pezze da piè”.
Federico Pistone
Domani scriveremo di “Sindacato miliardari”
Il testo qui pubblicato è tratto, per gentile concessione dell’autore Federico Pistone e dell’editore, da “Tutto Conte – Il racconto di 240 canzoni” (Arcana, 224 pagine, euro 16,50). (C) Lit edizioni di Pietro D'Amore s.a.s.
