Tiziano Ferro: “Si esce in vinile, bisogna farlo”

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Il disco di Tiziano Ferro è quello di cui il pop aveva bisogno. Dalla scena indie alla scena trap, i nuovi nomi hanno iniziato a influenzare il gusto delle classifiche. Ferro non si è fatto spaventare né influenzare e si è rinnovato grazie alla produzione di Timbaland, senza snaturarsi. Ci sono le ferite, ci sono gli ostacoli di cui il suo pop parla da 18 anni. C’è la sua voglia di leggerezza e il suo bisogno di raccontare la verità, a contatto con la realtà. Il disco, che esce in vinile anche in una speciale tiratura limitata in rosso, contiene 12 brani e per la prima volta Tiziano sceglie di produrne uno: In mezzo a questo inverno, «Che è quello già fuori in questo momento e che è forse il mio brano preferito dell’album».
Tre anni per vedere cambiare tutto?
È cambiata la musica, ma sono cambiato anche io. La mia vita è completamente diversa da quella che era nel 2016. Era inevitabile che il cambiamento finisse nel disco.
La produzione di Timbaland arriva dopo 18 anni di Michele Canova.
È il mio idolo da quando ho sedici anni. La mia casa discografica mi ha proposto di andare a berci un caffè: da lì è arrivata la sua proposta di lavorare insieme. Mi sono rimesso in gioco come alunno, con tutto da perdere. E quella piccola venatura di sana paura ha provocato una mini crisi che è stata a livello creativo molto importante.
Nel disco ci sono 9 canzoni sue. E le altre?
Avevo due o tre ballate che non volevo proporgli, ma l’ho provocato e su una delle canzoni, Accetto miracoli, ho messo alla prova il suo genio. Ha iniziato a suonare l’808, la drum machine vintage, molto complessa, che è diventata la ritmica della canzone. A fine disco ho capito che con la musica si può ancora giocare, anche dopo vent’anni di carriera e quasi 40 anni di età.