Mabel: “La mia musica è divertente, è importante che aiuti le persone a sentirsi bene”
Mabel Alabama Pearl McVey, in arte Mabel - cantautrice londinese - si è avvicinata alla musica da bambina e ha scritto la sua prima canzone a cinque anni. Dopo la pubblicazione del suo primo mixtape, “Ivy to roses”, il 2 agosto 2019 la 23enne cantante ha pubblicato il suo album d’esordio, “High expectations” (leggi qui la nostra recensione), anticipato dai singoli “Don’t call me up” e “Mad love”. Il prossimo 24 febbraio l’artista britannica presenterà il suo disco di debutto anche in Italia, in occasione del concerto ai Magazzini Generali di Milano.
Mabel, a margine dell’intervista per Rockol, racconta di essere sempre stata una persona ambiziosa e di non essersi mai voluta porre dei limiti. Il titolo della sua prima prova sulla lunga distanza prende spunto proprio dall’attitudine della cantante a voler puntare sempre in alto. Spiegando l’espressione “High expectations” - che in italiano significa “grandi aspettative” - Mabel dice: “Non mi piace pormi dei limiti, pensare ‘è così che deve andare’. Ok, voglio stare sul palco, voglio che la mia musica venga passata in radio e voglio che le persone si identifichino con ciò che esprimo.” E aggiunge: “Ci sono molte altre cose che voglio realizzare.”
Attraverso le quattordici tracce del disco, Mabel affronta diversi temi come l’amore e le difficoltà di una relazione, oltre a raccontare il rapporto delle persone con i social network. La cantante spiega di trarre ispirazione per le sue canzoni da tutto ciò che accade nella sua vita e nella vita delle persone che la circondano. “Traggo ispirazione continuamente e scrivo sempre. Così quando vado in studio c’è una base per una canzone e poi suono il piano.” Racconta Mabel, descrivendo anche il processo di scrittura dei suoi brani, e continua: “Molto spesso anche quando sono a casa butto giù qualche idea e poi quando sono in studio si tratta solo di lasciarsi andare.”
Proprio perchè ogni brano di “High expectations” tratta un tema specifico, ogni canzone del suo disco è importante per la cantante. Tra i suoi pezzi preferiti, Mabel cita “Bad behaviour”, “OK (Anxiety anthem)” e “I belong to me”. Di queste ultime due tracce la voce di "God Is a Dancer” dice: “OK (Anxiety Anthem)” è una canzone con un messaggio importante, come anche “I Belong To Me” che è alla fine dell’album per una ragione. Era un messaggio rivolto a me stessa dopo essere cresciuta molto come persona e dopo diverse relazioni. Mi sono detta ’Ok, ora ho capito’.” E aggiunge: “E l’album racconta la consapevolezza che la relazione più importante che potrò mai avere è quella con me stessa.”
“La mia musica è sicuramente divertente, una delle cose importanti è che aiuti le persone a sentirsi bene con se stesse.” Narra Mabel e continua: “È piena di energia.” La cantante, però, evidenziando quanto le sue canzoni raccontino di ciò che accade nella sua vita, narra: “La mia musica consiste nell’essere autentici.”
Figlia di Neneh Cherry e del già collaboratore dei Massive Attack Cameron McVey, la giovane artista londinese si è avvicinata alla musica fin da piccola e - essere sempre stata circondata da persone creative, da strumenti musicali e frequentando già da bambina gli studi discografici - ha realizzato fin dall’infanzia che voleva fare la cantante.
Mabel narra: “Stavo seduta ore a guardare video musicali e dicevo: ‘O mio Dio, voglio farlo’.”
Il prossimo 24 febbraio Mabel porterà la sua musica dal vivo anche nel nostro Paese e sarà di scena ai Magazzini Generali di Milano. La cantante, a proposito, dice: “Sono molto emozionata per questo.” Parlando di come lavora in vista di uno spettacolo dal vivo, Mabel spiega: “Come performer, cerco sempre nuove idee per migliorare lo spettacolo. Il mio concerto è sicuramente pieno di energia. I miei ballerini portano in scena un’energia fantastica.” E, svelando qualche dettaglio in più sul suo show, aggiunge: “Eseguirò brani tratti dal mio album che non ho mai presentato prima. Ovviamente le persone non vogliono venire e ascoltare i dischi esattamente come sono. Bisogna suonare, portare in scena qualche intermezzo e creare davvero un momento.” Mabel conclude dicendo: “Dall’inizio alla fine è come un viaggio, di cui sono davvero entusiasta.”