Il mio nome è Michael Holbrook, stasera chiamatemi Mika

C’è un pianoforte, fedele compagno di ogni avventura. E ci sono una moltitudine di colori, le gigantografie di una madre e di un padre – quelli di Mika –, una cornice di pianeti in orbita e un gigantesco King Kong. C’è poi un cantante magro ed elegante che parla circa sei lingue, inclusa quella della musica, che Mika destreggia passando da un’estensione all’altra, giocando a trasformare la tristezza in gioia, in vita. Esattamente come ha fatto nella sua ultima fatica di studio, “My Name Is Michael Holbrook”, che apre e chiude la scaletta del concerto di Milano del “Revelation Tour” del cantante di origini libanesi, con incursioni nei precedenti capitoli discografici di Mika, quelli che – alcuni di più e altri meno – hanno fatto conoscere l’artista, che ormai nella Penisola si può permettere di piazzare una dozzina di date nei palazzetti dello sport per il suo show.
A partire dal debutto del 24 novembre al Pala Alpitour di Torino, tappa dopo tappa Mika è arrivato ieri sera, 3 dicembre, al Forum di Assago. I biglietti per accedere a live di questa portata ormai, dalla scorsa estate, si sa, sono nominali. Nonostante il controllo dei documenti e il passaggio in biglietteria per gli eventuali cambi di nominativi non si riscontrano particolari file e quando poi, varcati i cancelli, il palasport meneghino apre le sue porte al pubblico Mika lo accoglie con gli onori di un padrone di casa che si rispetti, portando i suoi fan attraverso tutta la gamma delle emozioni e cercando di abbattere il più possibile le barriere tra pubblico e artista. Lo fa sfruttando la passarella che anticipa il palco, attraversando il parterre e ballando corpo a corpo con il pubblico, scherzando e invitando i fan a continue interazioni. Con lui, sul palco, ci sono i musicisti Timothy Van Der Kuil, Max Taylor, Wouter Van Tornnhout e Mitchell Yoshida. Ma il tappeto sonoro di Mika non lo intessono solo loro: non mancano infatti basi che ricreano le sonorità e le seconde voci dei brani del cantante. Voci che in più di un’occasione finiscono per sovrastare quella di Michael Holbrook, specie nei momenti in falsetto, quando a tratti i missaggi dei volumi non sembrano assecondare le dinamiche del cantante.
Correndo su e giù lungo l’autostrada arcobaleno che è il suo palcoscenico, Mr. Holbrook propone diversi brani della sua ultima prova di studio, come “Ice Cream”, “Dear Jealousy”, “Tiny Love” e “Tomorrow (Domani)”, accostati ai classici della discografia meno recente dell’artista, da “Relax (Take It Easy)” a “Grace Kelly”, da “Love Today” a “Stardust”, cantata in duetto con Chiara Galiazzo. A fare da capello alle canzoni ci sono gli aneddoti di Mika - che ad Assago mancava da quattro anni – e i colori ai quali il cantante accosta i diversi pezzi, cornice e linea guida dell’intera struttura dello spettacolo.
Il tour (prodotto da Barley Arts) prosegue il 5 febbraio, al PalaPartenope di Napoli, concerto al quale seguiranno poi le rimanenti date della tournée.
di Erica Manniello
Scaletta:
Ice Cream
Dear Jealousy
Relax (Take It Easy)
Origin of Love
Platform Ballerinas
Big Girl (You Are Beautiful)
Tiny Love
Underwater
Paloma
Sanremo
Tomorrow
Elle Me Dit
Stardust
Lollipop
Popular Song
Happy Ending
Love Today
We Are Golden
Bis:
Grace Kelly
Stay High/Tiny Love Reprise