Jazz, urban o Damien Rice? La videointervista a Francesca Michielin

È successo al ritorno da un viaggio in Sud America, in Brasile. Francesca ha iniziato a comporre in maniera un po' diversa, un fiume in piena di allitterazioni e figure retoriche, dando sfogo ai sentimenti in modo più rimato e istintivo, riprendendo brani che aveva iniziato a scrivere nel suo monolocale milanese, incidendoli. Era come se queste differenti scritture, come racconta anche nel suo blog, avessero dato vita a due immaginari: quello della Michielin più "classica" che suona il pianoforte e s'ispira alla sua madrina artistica Elisa (c'era il suo zampino nell'album d'esordio "Riflessi di me", uscito quando Francesca aveva appena 17 anni), a Damien Rice e a Alanis Morissette (lo scorso anno ha aperto un suo concerto a Roma), e quella più urban che fa skate tra le strade di Berlino e collabora con Charlie Charles al suo nuovo singolo. Si intitola "Cheyenne" ed è la prima anticipazione di quello che sarà il nuovo album della cantautrice veneta, in uscita nella primavera del 2020: "Sarà tutto basato su questo contrasto tra la natura e l'urban. Ascoltando tanta musica diversa, spesso vado in crisi. Così ho provato a fondere questi mondi differenti", anticipa lei a Rockol.
La copertina di "Cheyenne"

"Cheyenne", che uscirà domani, venerdì 15 novembre, vede Francesca Michielin tornare a indossare i panni di interprete. La canzone porta infatti la firma di Mahmood, Alessandro Raina e Davide Simonetta, oltre che dello stesso Charlie Charles: "Con Mahmood ci conosciamo da tempo, in passato abbiamo lavorato insieme a diversi brani che non sono mai usciti. È uno che conosce il mio mondo, che sa cosa voglio comunicare e come voglio farlo". Nel testo cita Stevie Wonder, lei che ha solamente 24 anni ma una cultura musicale di tutto rispetto: "È che sono una giovane vecchia", sorride, "i miei riferimenti musicali principali appartengono al passato e non me ne vergogno". Recentemente si è appassionata a Duke Ellington, tra i giganti della storia della musica jazz, e per studiarlo meglio ha deciso di frequentare un corso al Conservatorio: "Mi sta facendo crescere molto. Non solo a livello tecnico, ma anche a livello armonico: studiare pianoforte jazz ti amplia la mente e ti scardina dai soliti quattro accordi alla base delle canzoni pop".
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