The Kolors, il nuovo singolo 'Pensare male' (con Elodie). Stash: 'Così mi sono messo in discussione'

Tornano i Kolors, con un nuovo singolo e una nuova veste sonora. È disponibile da oggi, venerdì 15 marzo, "Pensare male", primo capitolo del nuovo percorso intrapreso da Stash e compagni dopo la firma per Universal, lo scorso maggio (entrando a far parte del roster di Island Records). E al fianco del frontman del trio c'è Elodie, la cantante romana salita alla ribalta nel 2016 grazie alla partecipazione ad "Amici" (dove si classificò seconda): "Il brano parla di una relazione tra un uomo e una donna e quando lo abbiamo chiuso abbiamo cominciato a pensare a chi avrebbe potuto cantarlo insieme a me. Ci immaginavano sicuramente una donna cool e alla fine la scelta è ricaduta su Elodie: ha una certa popness, ma il suo progetto non è poi così tanto 'pop'", racconta Stash a Rockol.
I Kolors, che con le loro produzioni hanno sempre strizzato molto l'occhio alle sonorità in voga negli anni '80, tra funk e rock elettronico, in "Pensare male" si sono lasciati ispirare più dal french touch degli Stardust e dei Daft Punk, anche se la copertina sembra una citazione di "Violator" dei Depeche Mode: "È uno dei mondi a cui ci ispiriamo, i Depeche sono tra le realtà titaniche degli anni '80. La scelta della rosa spezzata, per la verità, è legata a una frase del testo, cantata da Elodie: 'Calpesterò le rose pensando a te'. Abbiamo deciso di rappresentare quel verso anche dal punto di vista grafico, per la cover del singolo", spiega Stash.


Davide Petrella, che negli ultimi anni ha collezionato collaborazioni come autore con "big" del calibro di Cesare Cremonini, Gianna Nannini e Jovanotti, lo ha aiutato a ottimizzare la parte del testo cantata da Elodie: "Siamo cresciuti insieme, per me è quasi un fratello maggiore. A Napoli mi fece aprire un concerto di Le Strisce, la band che aveva prima che cominciasse a fare cose come solista. In questa canzone ho cercato di esprimermi in maniera più diretta che in passato, dal punto di vista lirico. È molto più simile alle nostre canzoni in inglese, solo che quando cantavamo in inglese c'era il limite della lingua. Avere il suo ok su tutto quello che stavamo scrivendo mi stupiva un po', a essere sincero".
