Fabio Treves compie 70 anni: i momenti più memorabili della sua carriera (commentati da lui) (2 / 10)

Questa è da pelle d'oca. Demetrio è sempre stato un mio mito, già da quando era nei Ribelli. Aveva una voce unica: quando cantava "Pugni chiusi" io andavo in estasi. Poi l'ho rincontrato dieci anni dopo, quando faceva parte di quello straordinario ensemble che erano gli Area. Io ero amico di tutti quelli del gruppo, di Patrizio Fariselli, di Giulio Capiozzo, di Ares Tavolazzi, e ovviamente di Demetrio, che per me rappresentava una nuova frontiera nella musica. Con Paolo Tofani riusciva a fare delle compenetrazioni musicali che erano davvero progressive, ma nel vero senso della parola. Più di una persona, compresa Daniela, la vedova di Demetrio, mi ha detto che questa foto è una delle più belle che gli siano mai state scattate, perché quasi sempre lo fotografavano quando era sotto sforzo, mentre cantava, o quando aveva un'espressione molto seria e incupita. Qui, invece, ha il sorriso di una persona felice di essere un musicista e di andare in giro a suonare. In questa occasione, ma anche in altre, Demetrio mi disse "Fabio, dobbiamo fare un pezzo insieme", perché lui amava il blues in una maniera incredibile, e la dimostrazione è il disco "Rock'n'Roll Exhibition", con Mauro Pagani e Paolo Donnarumma, dove Demetrio si cimenta in standard rock e blues. Erano anni, quelli, in cui la stampa specializzata non esisteva ancora, e i grandi quotidiani scrivevano solo di jazz, considerando il blues - nella loro mentalità rigida ed approssimativa - come una semplice branca del jazz. A quei tempi chi faceva blues, come me, era considerato poco più che marginale. Purtroppo questa fotografia è stata scattata poco prima che si ammalasse, e quindi - per me - ha un significato carico di dolore ma ancora più forte. E' uno scatto, questo, usato in molte situazioni organizzate per ricordare Demetrio, e anche su libri e pubblicazioni ufficiali…. Ma passiamo ad altro, sennò mi intristisco...