"Quando qualcuno se ne va / resta l'amore intorno / I baci non hanno più quel sapore eterno / resta quel che resta": apre con queste parole l'indimentacabile voce del bluesman napoletano "Resta quel che resta", l'inedito firmato da Pino Daniele trasmesso a reti (radiofoniche) unificate nella mattinata di oggi, lunedì 14 maggio, in vista del grande evento dal vivo - "Pino è" - del prossimo 7 giugno allo stadio San Paolo di Napoli.
Musicalmente parlando, il brano si presenta sotto una struttura piuttosto essenziale - strofa / ritornello / strofa / ritornello / inciso / ritornello - col il piglio della ballad, ma senza troppe concessioni alla malinconia: sul passo fornito da una chitarra acustica e da percussioni sempre presenti (ma mai invadenti, nemmeno sulle aperture) a farla da padrona è la voce di Daniele, accompagnata dal secondo ritornello da un'avvolgente sezione d'archi, quest'ultima chiamata a supportare anche gli interventi strumentali - molto discreti anche loro, per la verità - della sei corde.
"I miss you", "mi manchi", sono le uniche parole che l'artista si concede sul ritornello: "Resta quel che resta", che oggi suona come una "triste profezia" e un "involontario testamento", si pone innanzitutto come una canzone sulla mancanza, su un amore - non necessariamente tra partner - finito per cause di forza maggiore, dove non c'è spazio per il rancore ("E se qualcosa ci sarà / oltre quegli occhi chiusi / devi pretendere la vita migliore / essere contento di te che ami me / in questo tempo che passa mi accorgo che mi manchi"). E' inevitabile, certo, leggere oggi il testo come saluto di Daniele ai fan. Saluto dove per la tristezza c'è posto, ma fino a un certo punto, perché - come canta lui - "E se qualcuno ti dirà che si può anche impazzire / senza discutere spiega al tuo cuore / resta quel che resta".