Il bel casino di Coez al PalaLottomatica di Roma: la recensione del concerto - SCALETTA / FOTOGALLERY
La scaletta è un album fotografico e le canzoni sono foto che scorrono una dietro l'altra, a ricostruire il cammino che ha portato Coez a sedersi "al tavolo dei grandi", come ha scritto qualche mese fa lui sui social. Coez si è voluto concedere il lusso di chiudere il tour invernale in supporto al suo ultimo disco con una doppietta al PalaLottomatica di Roma, la città in cui è cresciuto e in cui si è fatto conoscere prima come graffitaro, poi come rapper: poteva essere rischioso annunciare due concerti in uno dei palasport italiani con maggiore capienza (più di 12.000 posti), oltretutto senza ospiti annunciati, invece le due date sono state dichiarate entrambe sold out nel giro di poche ore. Voleva che i due concerti al palasport della sua città rappresentassero la ciliegina sulla torta di un tour molto fortunato e per questo motivo li ha pensati e costruiti come eventi, con una scaletta non troppo diversa rispetto agli altri concerti ma con qualche sorpresa in più.
Quando le luci si spengono, poco dopo le 21, sul grande schermo in fondo al palco viene proiettato un video di pochi minuti che propone il meglio del tour di "Faccio un casino" e riprese dei vari backstage: "Molti pensano che questo percorso qui sia l'arrivo, per me è solo l'inizio. Un conto è camminare e basta, un conto è camminare verso qualcosa", dice Silvano alla telecamera, in una scena del video. Poi Coez fa il suo ingresso sul palco in carne e ossa: indossa gli occhiali da sole, sorride e nel frattempo si sfila la giacca e la lancia al pubblico. Stasera è la sua sera e se la vuole godere tutta, dall'inizio alla fine. Potrebbe aprire con una delle sue ultime hit e sparare subito qualche bel colpo, ma sceglie due pezzi di "Non erano fiori", l'album del 2013 prodotto da Riccardo Sinigallia, quello della svolta, del passaggio dal rap al canto libero: "Siamo morti insieme" e "Forever alone". Di tanto in tanto si gira a guardare i membri della sua band: Giuseppe Whtrsh "Banana" Di Nola alla console, Giuseppe "Passerotto" D'Ortona alla batteria, Alessandro "Gaspare" Lorenzoni alla chitarra e Orang3 alle tastiere e programmazioni. Sembrano tutti belli carichi: sicuramente il mesetto di pausa trascorso dall'ultima data ha permesso a tutti di ricaricarsi un po' e di recuperare energie.

Coez non spara subito tutte le cartucce che ha a disposizione, ma dosa le munizioni in un crescendo di emozioni: su "Vorrei portarti via" e "Le parole più grandi" viene portato sul palco un pianoforte a mezzacoda, suonato da Patrick Benifei (giù membro dei Casino Royale e Bluebeaters). Poi arrivano i primi ospiti a sorpresa: "Probabilmente è la prima volta che faccio dal vivo questo pezzo. E non è inedito", annuncia Silvano ai suoi fan. È "Barceloneta", il singolo che il cantautore ha pubblicato la scorsa estate insieme a Carl Brave x Franco126, i principini del cantautorap romano, che lo raggiungono sul palco per la gioia per i ragazzi e le ragazze del pubblico.


"Quando scendo dal palco non torno più", dice Silvano ai fan, "quindi non aspettatemi, non facciamo quella pantomima che me ne vado e poi torno". Non scherza mica: sulla coda di "La strada è mia" lascia il palco ai suoi musicisti e alla fine del pezzo le luci del palasport di riaccendono.
"Com'è stato? Bello, vero?".
Sì, è stato proprio un bel casino.
di Mattia Marzi
SCALETTA:
"Siamo morti insieme"
"Forever alone"
"Le luci della città"
"Parquet"
"E yo mamma"
"Hangover"
"Delusa da me"
"Lontana da me"
"Non erano fiori"
"Vorrei portarti via/Le parole più grandi"
"Costole rotte"
"Barceloneta" (con Carl Brave x Franco126)
"Ali sporche"
"Jet"
"Taciturnal" (con Gemello)
"Occhiali scuri" (con Gemitaiz)
"Mille fogli"
"Un sorso d'Ipa" (con Lucci)
"Faccio un casino"
"La musica non c'è"
"Ciao"
"La strada è mia"