Primus - la recensione di "The Desaturating Seven"

Il punto è: uno è bravo, ha una tecnica eccezionale, ha rivoltato il rock come un calzino facendo uscire su major dal 1990 in poi dischi che nessuna major di sarebbe mai sognata di fare uscire, e sa camminare sul quel pericoloso crinale che separa l'essere visionari dall'essere pragmatici e concreti meglio di un equilibrista. Ma, alla fine, è umano anche lui...
La perpetuazione, quello che ci si aspetta da loro. Anzi, tutt'altro. Ed eccolo qui, il paradosso: bravissimi a rompere con quello che era stato il rock prima di loro, Claypool e soci si trovano oggi in difficoltà a rompere con il proprio passato. Non si tratta di mancanza di talento e coraggio, ché non sono mai stati e non saranno mai in discussione quando si parla di loro, ma, forse, di resistenza di quello che è il loro leader e motore musicale.