Folla di ragazzi sotto la pioggia, fuori dell'albergo milanese che ospita in pompa magna l'ultima tappa, l'unica europea, del tour promozionale di Geri Halliwell. Presentata dal C.E.O. della EMI europea in persona, la cantante pare in buona forma fisica, ma un po' scolorita. La testa è bionda e non più rossa, qualche chilo se n'è andato, il trucco è acqua e sapone: chissà, forse va presa in parola quando dice di voler essere più artista che "personaggio"; il taglio con il passato "speziato" è sottolineato ampiamente. Nel video, alla povera Ginger viene fatto addirittura il funerale - con sorpresa, perché la morta non è del tutto tale. «Ginger fa ancora parte di me. A volte mi prende a calci, o mi fa pizzicare qualche sedere», dice la torrenziale Halliwell (le Spice sapevano quel che facevano quando la delegavano ai rapporti con la stampa).
Per "Look at me", che da domani le radio (la BBC in anteprima) diffonderanno in tutto il mondo, Geri ammette l'influenza di "History repeating", dell'accoppiata Propellerheads-Shirley Bassey. Soprattutto per quanto riguarda la voce: la ex rossa - che ammette i suoi limiti - spazia poco al di fuori di un'ottava bassa, ma cerca il piglio della cantante preferita da sua madre («Gooold... finger», intona convinta). Dell'album, atteso in estate, dice: «Se dovessi definirlo, direi: Julie Andrews incontra Johnny Rotten».
A domande piuttosto insipide degli inviati di tutta Europa (forse tra qualche giorno uscirà qualche "esclusiva" più piccante), Geri ha offerto risposte enfatiche ma molto simili a quelle già date in questi sette giorni ai colleghi di Rio, New York, Tokio e Sydney.
Alle Spice pochi accenni: «Perché non sono andata al matrimonio di Mel B? Beh, non sono stata invitata»; «Me ne sono andata perché ho capito che non ero libera di fare le cose che volevo fare, come presenziare a una serata benefica invece che andare in tv. Non avevo poi tanto "girl power"»; «"Goodbye" era un pezzo che avevo cominciato a scrivere io. Sono onorata del fatto che l'abbiano sviluppata e me l'abbiano dedicata».
Qualche parola sulla propria "mutazione": «Ero rossa e avvolta nella Union Jack, ma era due anni fa. Come la maggior parte delle persone, posso cambiare da un giorno all'altro. "Look at me" parla proprio dell'immagine: guardatemi, anzi guardiamoci come veramente siamo, e non fermiamoci all'apparenza».
E per finire, uno slancio ecumenico: «Arriva un nuovo secolo, dovremmo tutti conoscerci meglio, non prenderci troppo sul serio e dare di più, specie a tutta la gente in difficoltà in questo mondo. Io posso offrire impegno e onestà, e lo farò anche se sarò molto presa col nuovo disco. Tanto presa da non potermi permettere un innamorato. In questo momento sono innamorata della musica».
Per finire, delusione per i più maniaci: le immagini sexy del video, di cui molti media hanno parlato e straparlato (come, ad esempio, Rai Uno ieri sera), consistono nell'uscita della ex-Ginger da una piscina. Appena prima che spunti il sedere, viene coperto dalla scritta: "Geri's back"...
Per "Look at me", che da domani le radio (la BBC in anteprima) diffonderanno in tutto il mondo, Geri ammette l'influenza di "History repeating", dell'accoppiata Propellerheads-Shirley Bassey. Soprattutto per quanto riguarda la voce: la ex rossa - che ammette i suoi limiti - spazia poco al di fuori di un'ottava bassa, ma cerca il piglio della cantante preferita da sua madre («Gooold... finger», intona convinta). Dell'album, atteso in estate, dice: «Se dovessi definirlo, direi: Julie Andrews incontra Johnny Rotten».
A domande piuttosto insipide degli inviati di tutta Europa (forse tra qualche giorno uscirà qualche "esclusiva" più piccante), Geri ha offerto risposte enfatiche ma molto simili a quelle già date in questi sette giorni ai colleghi di Rio, New York, Tokio e Sydney.
Alle Spice pochi accenni: «Perché non sono andata al matrimonio di Mel B? Beh, non sono stata invitata»; «Me ne sono andata perché ho capito che non ero libera di fare le cose che volevo fare, come presenziare a una serata benefica invece che andare in tv. Non avevo poi tanto "girl power"»; «"Goodbye" era un pezzo che avevo cominciato a scrivere io. Sono onorata del fatto che l'abbiano sviluppata e me l'abbiano dedicata».
Qualche parola sulla propria "mutazione": «Ero rossa e avvolta nella Union Jack, ma era due anni fa. Come la maggior parte delle persone, posso cambiare da un giorno all'altro. "Look at me" parla proprio dell'immagine: guardatemi, anzi guardiamoci come veramente siamo, e non fermiamoci all'apparenza».
E per finire, uno slancio ecumenico: «Arriva un nuovo secolo, dovremmo tutti conoscerci meglio, non prenderci troppo sul serio e dare di più, specie a tutta la gente in difficoltà in questo mondo. Io posso offrire impegno e onestà, e lo farò anche se sarò molto presa col nuovo disco. Tanto presa da non potermi permettere un innamorato. In questo momento sono innamorata della musica».
Per finire, delusione per i più maniaci: le immagini sexy del video, di cui molti media hanno parlato e straparlato (come, ad esempio, Rai Uno ieri sera), consistono nell'uscita della ex-Ginger da una piscina. Appena prima che spunti il sedere, viene coperto dalla scritta: "Geri's back"...
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