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"La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)" di Francesco Guccini e quell'errore perpetuato nelle riproduzioni del testo. ASCOLTA

"La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)" di Francesco Guccini e quell'errore perpetuato nelle riproduzioni del testo. ASCOLTA

Si è tornato a parlare da ieri di una delle canzoni più importanti di Francesco Guccini, quella che è più nota con il titolo "Auschwitz" (nella versione incisa dall'Equipe 84, con qualche differenza nel testo)

ma che in effetti è intitolata "La canzone del bambino nel vento", e che è stata incisa anche dall'autore nel suo album d'esordio.
"Auschwitz" è stata oggetto di numerose riletture: ricordo quelle dei Nomadi (anche insieme a Guccini), dei Modena City Ramblers (anche insieme a Guccini), dei Gang, dei Luf e di Alice (nel suo album "Viaggio in Italia").


Purtroppo spesso, sia nelle riesecuzioni sia nella pubblicazione del testo, viene ripetuto e perpetuato un errore abbastanza grave.

Ne ho scritto tempo fa in un mio intervento sul sito dell'Enciclopedia Treccani a proposito dei testi delle canzoni del quale riporto qui la parte che riguarda "Auschwitz".


Contenta di sangue
 
Prendiamo, per dire, un cofanetto edito da una casa editrice di ottima nomea come Einaudi. Guccini – Parole e canzoni contiene, oltre a un DVD curato da Vincenzo Mollica, anche un libro "con il canzoniere completo" del Maestro di Pàvana. Un libro che Alberto Bertoni, ricercatore presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Bologna, e coautore del recente "Non so che viso avesse", edito da Mondadori e firmato da Francesco Guccini, ha definito «una raccolta di testi ne varietur», quindi "definitiva e inoppugnabile". Ebbene, a pagina 12 di questa raccolta è contenuto il testo di "La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)", e una stanza del testo è così riportata:

Ma ancora tuona il cannone
ancora non è contento
di sangue la belva umana
e ancora ci porta il vento

Qui, l’errore è duplice. Intanto, sparisce l’elegante latinismo gucciniano che, attraverso l’uso dell’inversione, definiva "contenta di sangue" – contenta cioè "sazia", "satolla" – "la belva umana"; e, banalmente e forse per effetto di trascinamento dalla rima successiva con "vento", l’aggettivo viene riferito a "cannone".
Ma di più: in questa stesura evidentemente scorretta, il terzo verso della stanza resta lì appeso, privo di significato, privo di riferimenti anche sintattici oltre che semantici.

In questa versione (Guccini con Modena City Ramblers) è molto evidente che l'autore canta e pronuncia "contenta" e non "contento".

(Franco Zanetti)

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