
Una decina di anni fa Brian Eno ha dichiarato a un intervistatore che Fela Kuti era l'artista di cui possedeva più dischi, e che li riascoltava in continuazione, aggiungendo che uno dei suoi rimpianti era di non aver mai prodotto un album dell'artista nigeriano, e che spesso la notte restava sveglio a immaginare come sarebbe stato quel disco. Più recentemente, il comunicato stampa di "High life", il secondo disco in coppia di Eno con Karl Hyde, specificava che l'ispirazione della musica veniva "dal minimalismo ripetitivo di Steve Reich e Philip Glass e dalla musica poliritmica di Fela Kuti".
Con queste premesse, non c'è da stupirsi alla notizia che Brian Eno è il curatore di un box set di lavori del musicista scomparso nel 1997. Al catalogo di Fela Kuti sono già state dedicate almeno un paio di raccolte: una del 2011 curata da Questlove dei Roots, una curata da Ginger Baker dei Cream (che con Kuti ha suonato in un paio di album all'inizio degli anni Settanta). Senza dimenticare "Red Hot + Fela", un album della serie "Red Hot +" uscito lo scorso anno e contenente 13 brani di Kuti eseguiti da nomi come tUnE-yArDs, Questlove, Angelique Kidjo, My Morning Jacket, Kronos Quartet. In quell'occasione Brian Eno aveva rilasciato l'intervista che potete vedere qui:
Ora la Knitting Factory Records annuncia la pubblicazione, per il 29 settembre, di un box set contenente sei album: "London scene" del 1971, "Shakara" del 1972, "Gentlemen and afrodisiac" del 1973, "Zombie" e "Upside down", del 1976, e "I.T.T.", del 1980. Il box conterrà un libretto con una presentazione di Brian Eno, una serie di interventi dello studioso di afrobeat Chris May, e i testi delle canzoni.