E' uscito il 6 maggio (anche in Italia,) il terzo disco "I never learn" della svedese Lykke Li. Sono passati 3 anni dalla pubblicazione dell’ottimo "Wounded rhymes", disco che l’ha inserita fra le star dell’indie-pop mondiale, e l’attesa di un live rischia di essere delusa, almeno per il momento. Gambe in spalla, allora: si va allo storico Ancienne Belgique di Bruxelles per seguire la seconda data del suo tour nuovo di zecca - chissà che magari un giorno non tocchi anche le italiche sponde.
Lontana da quello che di lei ci passano pubblicità di jeans e remix al sapore di telefonia mobile, qui niente pose da star e niente fashion victim: lo show di Lykke Li è musica soffusa, movimenti sinuosi, veli scuri, luci e ombre. Non ci si perde in troppe parole, perché là, al Nord, conta solo l'essenziale. Così anche il pubblico, che sembra arrivato più per ascoltare che per partecipare. Quando attacca "No rest for the wicked", primo bellissimo brano movimentato che, probabilmente, avrete già ascoltato in anteprima sul suo sito, pochi sembrano volerlo accompagnare come si deve. Ma è forse proprio Lykke Li a non crederci per prima. Lei che intanto si scusa perché i pezzi nuovi, si sa, non tutti li conoscono. Eppure sul finire dell'ora e poco più di set, quando siamo a "Gunshot", il pubblico è al massimo.
Ondeggiamo insomma fra i picchi d'energia di "Youth knows no pain" o di una "Rich kids blues" con intermezzo arabeggiante, e momenti intimi, dolci e tristissimi (il disco nasce da una recente separazione amorosa) al sapore delle nuove ballad "I never learn", "Just like a dream" (molto più pop, a dire il vero) o "Love me like i'm not made of stone", suo primo singolo quantomai spiazzante e inatteso, figlio di una sghemba chitarra e di un cuore troppo aperto. É di questa intima dolcezza che le sue movenze sul palco si caricano, e ci conquistano.
Ultima ciliegina sulla torta, il brano in svedese "Du är den Ende", composto per la colonna sonora di "Tommy", thriller dalla madrepatria in cui la chanteuse suédoise ha pure recitato: interpretazione in cui niente cambia dal suo stile anglofono, tutto di guadagnato.
E' ora di congedarsi, luci improvvise ci risvegliano, i Beatles di "Don't let me down" spuntano mentre la band è ancora sul palco in formazione da commiato. Non vi disperate, sembra che dicano: questo è solo l'arrivederci di uno show aspro-tenero, al sapore di birra Kriek alla ciliegia, proprio come il posto suggerisce.
(Chiara Leandri)
SETLIST: I Never Learn Love out of Lust Just Like a Dream No Rest for the Wicked Jerome Hanging High Never Gonna Love Again Little Bit Gunshot Love Me Like I'm Not Made of Stone Sleeping Alone I Follow Rivers Rich Kids Blues Heart of Steel Youth Knows No Pain Get Some Encore: Du Är Den Ende Silent My Song