Continua la saga, travagliatissima, del Wu-Tang Clan e del disco celebrativo per il ventennale - ossia il fantomatico "A better tomorrow", annunciato più volte, ma senza una data ufficiale di uscita al momento.
Come noto, a dispetto dell'attesa e dell'hype, il collettivo sta avendo diversi problemi per ingranare e concludere la faccenda; uno degli aspetti più difficili sembra essere la faida iniziata tra RZA e Raekwon - tanto che quest'ultimo ha in pratica abbandonato le registrazioni, scomparendo dal quadro.
Ora Raekwon getta benzina sul fuoco polemizzando ferocemente (in un'intervista rilasciata all'edizione statunitense di Rolling Stone) e smentendo le accuse mosse da RZA di non essere parte del processo creativo dell'album.
"RZA è uno che negli anni Novanta se la comandava", ha detto Raekwon. "Ma adesso i tempi sono cambiati. Non è più al passo. E' come un allenatore che ha vinto molti titoli in passato, ma adesso ha una squadra che è nona in classifica. E' il momento di cambiare strategia. Io sono per l'integrità sempre e comunque. Soprattutto quando c'entra la mia musica, il mio business. E i fan. A loro voglio dare sempre il meglio. E so che il Wu-Tang Clan è così, ma se restano lì seduti ad ascoltare lui... in una squadra non c'è spazio per l'ego".
Le differenze creative sono dunque molto marcate e Raekwon ha poi specificamente preso di mira il singolo dell'album, "Keep watch", definendolo "merda mediocre": "Lo odio. Lo odio", ha spiegato con veemenza. "Sono passati 20 anni. Là fuori c'è un'intera generazione che si sbatte e produce roba fortissima... e noi usciamo con questa merda mediocre? Non era nei miei piani".
Ma non sembra essere secondario, tra i motivi di questa frizione tra i due rapper, quello economico. ""Per lavorare, lo Chef [ Raekwon the Chef è uno dei suoi pseudonimi - ndr ] deve avere un ritocco al suo contratto. Deve esserci una situazione che mi faccia dire:' 'Sai cosa? Questa è la cosa migliore per me e la mia famiglia. Io lavoro per loro. La mia famiglia".
E per descrivere la sua attuale posizione, Raekwon ha usato una metafora sportiva: "E' come se io fossi un atleta. Chi se ne frega, qualcuno tipo Kobe Bryant o Kevin Durant. Loro non scendono in campo se i loro manager o gli avvocati dicono_ 'Ascolta, questa merda non è a posto'. E quindi io sono in un limbo. Sì, sono in sciopero".