Le recenti prove tecniche di reunion - o, meglio, il messaggio indirizzato al fratello maggiore, che pur di sentire da quell'orecchio non pare abbia nessuna intenzione - non fanno altro che confermare una situazione già ben delineata da tempo: a spingere per la reunion degli Oasis sarebbe solamente Liam Gallagher, ora a capo dei Beady Eye, ultima incarnazione di quella che fu una delle realtà più importanti del brit rock anni Novanta priva però di Noel, che della band fu principale compositore e che dopo il furibondo litigio con lo stesso Liam nel backstage del Rock en Seine di Parigi del 28 agosto 2009 con il fratello ha tagliato i ponti, preferendo concentrarsi sul suo progetto High Flying Birds.
Non stupiscono più di tanto, quindi, le dichiarazioni in merito di Bonehead, all'anagrafe Paul Arthurs, che degli Oasis dei gloriosi tempi che furono - quelli, per intenderci, dei primi tre album - fu il chitarrista: "Per il momento la reunion non è nei piani", ha spiegato l'artista al New Musical Express, "Ma se qualcuno dicesse 'abbiamo uno spazio, dove ci sono un palco montato e 200mila persone ad aspettare', sono sicuro che Liam si butterebbe senza pensarci due volte". Per interesse personale, sarebbe pronti a giurare i detrattori, perché - a conti fatti - i Beady Eye, in termini di popolarità, e quindi anche di incassi, dagli antichi fasti di "(What's the story) Morning glory?" o "Be here now" sono parecchio lontati. Niente di più sbagliato, secondo Bonehead: "Non credo nemmeno che cerchi di convincere qualcuno a coprirlo di soldi", ha assicurato il chitarrista, "Lo farebbe perché è quello che ama fare, perché è la sua passione".