I Giuda non sono certo i primi artisti italiani recensiti dal "New Musical Express"...ma quasi. Le note tricolori raramente sono accolte a braccia aperte dallo storico settimanale musicale UK, che difficilmente vede oltre il panorama angloamericano. Ma stavolta l'NME, nelle edicole dal marzo 1952, ha fatto un'eccezione. E parla della nuova offerta dei "nostri" Giuda. I Giuda sono una band che nasce dalle ceneri dei punk romani Taxi, messi nuovamente in piedi dalla fede e dal rock'n'roll dopo la morte di Francesco. Sono stati accostati a formazioni come Sweet, Slade, T-Rex, Damned, Cockney Rebels, Slaughter And The Dogs, Mott The Hoople, Mud, Dr. Feelgood, Bay City Rollers, Eddie & The Hot Rods. Più a qualche band del genere Oi. Tutte vere le prime similitudini, o forse meglio fonti di ispirazione. Con l'Oi, invece, c'entrano poco o nulla. La breve recensione di "Let's do it again" di Noel Gardner si apre con uno spunto leggermente polemico: il giornalista infatti si chiede come mai la band venga pubblicizzata come "i nuovi Gary Glitter", visto che il cantante si è reso responsabile di squallidi atti vergognosi e inqualificabili che hanno decretato la fine della sua carriera. Ma, dopo la legittima domanda, c'è un crescendo rossiniano di complimenti che culmina con l'affermazione "il quintetto italiano Giuda è il miglior gruppo glam-rock anni Settanta ad essere esistito...dagli anni Settanta". Il voto finale è un ottimo 8/10.
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